Sospensione uscite didattiche: forte delusione di presidi, docenti e alunni

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da La Tecnica della Scuola

Con il DPCM del 13 ottobre “si chiude una pagina nerissima per la scuola e per chi opera al suo interno”: con queste parole cariche di delusione Alfonso D’Ambrosio, dirigente scolastico del comprensivo di Lozzo Atesino in provincia di Padova, commenta sulla sua pagina Facebook la decisione del Governo di sospendere visite guidate, viaggi di istruzione ma anche tutte le “uscite didattiche comunque denominate”.

Il comprensivo di Lozzo Atesino è ormai da mesi un punto di riferimento per molte scuole e per molti docenti sia per le numerose iniziative di innovazione didattica attivate sia per le modalità con cui è stata affrontata la riapertura delle scuole.
E proprio la scuola del dirigente D’Ambrosio è stata sede a settembre della manifestazione nazionale di avvio dell’anno scolastico con la presenza del presidente Mattarella.

“Abbiamo dovuto sospendere tutte le uscite didattiche – prosegue il dirigente – in particolare abbiamo dovuto sospendere tutte le uscite sul territorio, dopo un Patto Territoriale durato mesi”.

“Si trattava di uscite a qualche centinaio di metri sul territorio – scrive ancora con rammarico D’Ambrosio –  con i bambini sempre con le mascherine. Uscite dove i bambini imparavano a contatto con la natura e gli animali (le foto le ho pubblicate). Uscite a piedi anche sui colli. Tutto finito. Uscite che interessavano una sola classe per volta, con lo stesso docente. (e credetemi fino a poche ore fa ero tentato a trovare tutte le giustificazioni pedagogiche, ma la norma è chiara… Si attua, ma in questo caso non la condivido per nulla)”.

Conclude il dirigente: “Cosa abbiamo perso? Abbiamo perso davvero tutto. Troppo”.
Lo sconforto del dirigente di Lozzo Atesino coinvolge tanti altri dirigenti scolastici di tutta Italia, soprattutto quelli che operano negli istituti comprensivi: vietare ai bambini delle scuole dell’infanzia di uscire dal cancello della scuola anche solo per fare una passeggiata nei prati circostanti o impedire agli alunni della primaria di recarsi nella biblioteca di quartiere appare davvero assurdo, soprattutto dopo il gran parlare che si è fatto sul fare scuola all’aperto e sull’utilizzo razionale degli spazi educativi che offre il territorio.