Scuola, la protesta dei precari contro il concorso straordinario

da la Repubblica

Corrado Zunino

Saranno davanti alle prefetture d’Italia, Roma, Napoli e Firenze, Torino, Bologna, Modena, per dire che il prossimo concorso straordinario è uno schiaffo ai docenti precari che, a fatica, stanno iniziando a insegnare, che è complicato studiare per una prova concorsuale in queste condizioni – avvio faticoso come non mai dell’anno scolastico e pandemia dentro e fuori le scuole -, che l’insegnante che ha il raffreddore, o deve rispettare un periodo di quarantena per la presenza di positivi in classe, non potrà partecipare allo scritto del ventidue ottobre rischiando di “perdere il treno della vita”.

Oggi alle 16 i precari della scuola, guidati dai cinque sindacati conflittuali da inizio mandato con la ministra Lucia Azzolina e con la partecipazione assicurata dei dirigenti scolastici, avvieranno una “mobilitazione nazionale”. L’ultimo scontro è centrato sullo svolgimento del concorso straordinario, per il quale si sono levate voci dissenzienti di pezzi sempre più larghi del Pd, ma per il quale il segretario Nicola Zingaretti non ha intenzione di aprire un contrasto politico nella maggioranza. Tra l’altro, a chiusura delle prove orali, il 16 novembre, sarà avviata la prova selettiva per il maxi-concorso per le superiori (ordinario) con oltre 430.000 candidati.

“Queste selezioni”, hanno scritto i segretari generali dei cinque sindacati della scuola, “non produrranno alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre esporranno il sistema e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi e al rischio che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono, siano esclusi dalla partecipazione al concorso. Oggi il lavoro nelle scuole poggia per il 30 per cento su precari che operano con professionalità e serietà, con loro si è abusato del ricorso al contratto a termine senza offrire mai alcuna possibilità di abilitazione o di stabilizzazione”.

Su questa linea si muove, e sarà presente sotto le prefetture, il Comitato Priorità alla scuola, favorevole a una stabilizzazione dei docenti supplenti seguendo titoli riconosciuti e anzianità di insegnamento. Il comitato “esprime sconcerto” per la sottrazione agli istituti appena riaperti, “e in molti casi non ancora a pieno regime”, sessantaseimila docenti per almeno due giorni.