Azzolina: 2 miliardi per far decollare gli Its

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da Il Sole 24 Ore 

di Claudio Tucci

Lucia Azzolina è pronta a rivoluzionare gli Its, gli istituti tecnici superiori, a oggi l’unico canale formativo terziario professionalizzante (non accademico) esistente in Italia. La ministra dell’Istruzione, rispolverando un “dossier” finito nel dimenticatoio ormai da tempo, ha chiesto un finanziamento monstre, pari a poco più di 2 miliardi di euro, attingendo ai fondi Ue del Recovery Fund, con l’obiettivo dichiarato, e piuttosto ambizioso: da qui al 2025 si punta ad incrementare del 50% il numero di diplomati Its e del 150% il numero degli iscritti (oggi circa 15mila), in stretto raccordo con il fabbisogno di profili di elevata specializzazione tecnica proveniente dal mondo del lavoro (e aggredendo quindi, con forza, il mismatch ancora esistente).

«Sugli istituti tecnici superiori serve una svolta – ha confermato al Sole24Ore la ministra Azzolina -. Sono strategici per il Made in Italy e per i rilancio economico del Paese. Rappresentano una risorsa importantissima sia dal punto di vista occupazionale che di qualificazione del mondo del lavoro. Come anticipato anche in Parlamento, gli Its sono uno dei temi al centro della nostra richiesta di risorse per l’Istruzione nell’ambito del Recovery Fund. Abbiamo un’occasione storica che dobbiamo assolutamente sfruttare».

Al piano di rilancio degli Its lavorano, da questa estate, i tecnici del ministero dell’Istruzione, in raccordo con Mise e dicastero del Lavoro; ed è già in fase avanzata di stesura, avendo ottenuto, anche, un sostanziale “via libera” da parte del premier, Giuseppe Conte, in chiave di lotta alla disoccupazione giovanile, ora tornata pericolosamente sopra il 30% (ultimo dato Istat).

Gli istituti tecnici superiori, anno dopo anno, hanno sempre vinto la scommessa, e rappresentano, oggi, un vero e proprio passepartout per il lavoro. In base al monitoraggio 2020, condotto dall’Istruzione, assieme a Indire, il tasso di occupabilità dei diplomati Its ha raggiunto l’83% a un anno dal titolo (con picchi del 90-100%), e nel 92% dei casi si tratta di un lavoro coerente con il percorso di studio svolto in aula e “on the job”.

Il successo degli Its è rappresentato infatti da una didattica flessibile, coerente con le esigenze del sistema produttivo e con le specificità dei territori. Il 70% della docenza proviene dal mondo imprenditoriale e le attività di stage e tirocinio rappresentano il 43% del percorso di studi. Il restante 57% di lezioni si svolge per il 26% in laboratori di impresa e di ricerca e nei laboratori 4.0 degli Its, divenuti un vero fiore all’occhiello, legati a Industria 4.0. Basti pensare che il 52% dei percorsi monitorati utilizza tecnologie abilitanti 4.0.

Nonostante questi numeri, gli Its restano un settore di nicchia, rispetto a paesi come Germania, Francia, Svizzera dove da decenni la filiera terziaria professionalizzante non accademica è ben strutturata, e con numeri decisamente più elevati.

Il maxi finanziamento richiesto da Azzolina, spiegano dal ministero dell’Istruzione, servirà a realizzare un vero e proprio cambio di passo. Almeno in quattro direzioni. Primo: sarà potenziato l’orientamento, a partire dalle medie per poi proseguire alle superiori, anche in relazione a un più generale potenziamento delle discipline Stem, coinvolgendo di più le ragazze.

Secondo: scatterà un rafforzamento delle dotazioni strumentali e logistiche degli Its, a cominciare dai laboratori 4.0. Terzo: sarà snellita la governace, valorizzando il mondo produttivo (per le imprese, specie le pmi, che si affacciano agli Its, sono previsti incentivi ad hoc). Quarto: sono allo studio “passerelle” con le università, riconoscendo ai chi frequenta gli Its un numero di crediti utilizzabili poi per conquistare una laurea triennale.

Il primo commento delle aziende è positivo: «Il progetto di rilancio degli Its annunciato da Lucia Azzolina è un segnale importante, e mi auguro che si concretizzi al più presto e raccolga ampio consenso in parlamento, nel governo e anche in altri ministeri – ha sottolineato Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano -. Noi imprenditori abbiamo creduto negli Its sin da loro debutto, e questi istituti, con i numeri, si stanno confermando strumento molto efficace per l’occupabilità dei giovani e per la competitività delle imprese. Per Confindustria sono un asset fondamentale che abbiamo sempre sostenuto in tutti i confronti avuti con le istituzioni. Felice di questo passo avanti, ma non ci siano ripensamenti, perché l’investimento sugli Its è fondamentale per far crescere l’intero Paese».

Un plauso arriva anche da Iv, Gabriele Toccanfondi: «È fondamentale rilanciare gli Its – ha chiosato l’ex sottosegretario -. I cospicui fondi in più dovranno servire per migliorare il sistema, responsabilizzando tutti gli attori coinvolti e valorizzando i percorsi di assoluta qualità».