CCNI sulla formazione: i sindacati non firmano

da Tecnica della Scuola

CCNI sulla formazione: i sindacati non firmano
di R.P.
I sindacati lamentano la scarsità di risorse e non solo. Il Miur avrebbe già definito le modalità di impiego dei fondi sottraendoli di fatto alle direzioni regionali e alle istituzioni scolastiche.
Nel pomeriggio del 10 dicembre si è svolto presso il Ministero un ulteriore incontro fra i dirigenti di viale Trastevere e le organizzazioni sindacali per procedere all’esame del contratto integrativo sulla formazione del personale scolastico relativo all’esercizio finanziario 2012. L’incontro non ha però dato gli esiti sperati e anzi si è interrotto dopo che i sindacati hanno preso atto che nessuna delle richieste avanzate già in precedenza è stata recepita dall’Amministrazione. La trattativa andava avanti dal mese di marzo e oggi si è arrivati, come era facilmente prevedibile, ad una rottura irreparabile. A questo punto il Ministero dovrà affrontare la questione ricorrendo ad un atto unilaterale, come peraltro era già avvenuto alcune settimane addietro per l’analogo contratto dei dirigenti scolastici. I sindacati lamentano in particolare che le scarse risorse (di molto inferiori a quelle dello scorso anno) risultano di fatto già destinate ad iniziative di carattere nazionale. “Per di più – sottolinea la CislScuola – senza alcun confronto su criteri e parametri”. Aggiunge il sindacato di Francesco Scrima: “ Abbiamo in vario modo ribadito la richiesta di ridistribuire l’esigua entità delle risorse sulla base di criteri equi e condivisi. Il nostro sindacato, in particolare, ha chiesto di destinare una quota consistente delle risorse alle Direzioni Regionali, finalizzandole alla realizzazione di progetti promossi da reti di scuole su obiettivi concordati in sede di contrattazione regionale”. CislScuola rileva anche che “continua l’inaccettabile pretesa di procedere unilateralmente su un istituto contrattuale che tratta una materia di rilevanza strategica per il miglioramento in efficacia e qualità della scuola e per la crescita professionale dei suoi operatori”.
Il fatto è che secondo il Ministero – dopo l’entrata in vigore del “decreto Brunetta” – quella della formazione e dell’aggiornamento non è più materia strettamente contrattuale. Per parte loro, le organizzazioni sindacali ritengono che l’intera questione debba essere riesaminata in quanto la scuola presenta specificità che non consentono l’automatica applicazione di diverse norme del decreto 150.