Ritorno alla DaD: problemi per studenti a casa e per docenti a scuola

da Tuttoscuola

85 milioni per la didattica digitale integrata sono stati previsti dal Decreto Ristori per finanziare l’acquisto di 200mila nuovi dispositivi per gli studenti meno abbienti e per l’installazione di oltre 100mila connessioni.  Ma c’è comunque un’altra questione non considerata in questa fase di ritorno alla didattica a distanza che riguarda gli insegnanti.

Non ci riferiamo tanto alla tribolata questione della apposita contrattazione integrativa che sta registrando una spaccatura tra i sei sindacati rappresentativi, quanto piuttosto alla condizione di operatività dei docenti (soprattutto degli istituti superiori) impegnati nei collegamenti con i loro alunni.

Rispetto a questa primavera, quando la gestione della DaD prevedeva collegamenti da remoto sia per gli insegnanti che per gli studenti, attualmente, invece, in remoto ci sono soltanto gli alunni (il DPCM 28 ottobre ha disposto per le superiori almeno il 75% delle lezioni in remoto).

In Puglia da domani e in Campania nei giorni scorsi da remoto ci sono tutti gli alunni del primo e del secondo ciclo, ma non i loro insegnanti che, fatta salva diversa disposizione ministeriale, dovrebbero operare da scuola.

Virtualmente tutte le scuole dovrebbero disporre di laboratori informatici e di computer a cui i docenti possono accedere, ma non è sempre così o, quanto meno, è necessario che nei collegamenti gli insegnanti possano operare in luogo separato, come, ad esempio, la propria aula, in simultanea con colleghi di altre classi collegati con i loro alunni.

Il finanziamento del DL Ristori prevede l’acquisto di pc per studenti meno abbienti, ma sembra dare per scontato che i docenti ne siano provvisti o che possano utilizzare quelli in dotazione della scuola. Ma non è sempre così e non si può certamente pretendere che gli insegnanti suppliscano alla eventuale carenza dell’Amministrazione con strumentazione personale.