Virus in classe, già migliaia in quarantena

da Corriere della sera

Stefania Chiaie

Duecentotrenta nuovi casi in un giorno significano circa quattromila persone che entrano in quarantena come contatti stretti: perché in asili, elementari, medie e superiori i contatti stretti equivalgono spesso a intere classi da spedire a casa in isolamento. Milano: 4mila persone, solo nella scuola, in 24 ore. Per dare l’idea: la scorsa settimana i nuovi positivi tra i banchi erano 249, ma in sette giorni.

I numeri della scuola nel milanese da mercoledì sono «esplosivi», per usare l’espressione scelta dal direttore dell’Ats Milano Walter Bergamaschi. Raccontano la velocità con cui il virus corre nella provincia, dove ieri si sono sfiorati 4mila nuovi contagi, e spiegano il fallimento del sistema di tracciamento fin qui adottato. Con conseguenze gravi, al limite del paradosso, come l’arrivo di comunicazioni dell’Ats per la messa in quarantena della classe giunte a nove giorni dall’esito del tampone di un’alunna e a 12 dall’ultimo contatto avvenuto (quando ormai il periodo di isolamento richiesto era praticamente finito). O come la chiusura di un’intera scuola, in mancanza di indicazioni dall’Agenzia, per la positività di tre insegnanti. Perché se l’indagine sui contatti salta, la scuola non può che agire di conseguenza, tutelando la sua comunità e se stessa. Risultato: tutti a casa, famiglie in balia dell’incertezza e pediatri che gridano al disastro.

Da due giorni, però, al tracciamento andato sotto gli occhi di tutti in tilt (non solo a Milano, ma in particolar modo a Milano), l’Agenzia ha provato a porre rimedio: le scuole di ogni ordine e grado possono segnalare direttamente all’Ats in un portale dedicato i casi positivi tra studenti, insegnanti e personale, e i loro contatti stretti scolastici. Il primo giorno il risultato (230 nuovi casi) ha fatto sobbalzare la direzione generale dell’Ats. Ieri i numeri erano «nell’ordine delle centinaia», senza ulteriori specificazioni perché, spiegano, si farà un bilancio settimanale. Quel che è certo è che «ciò che prima succedeva in una settimana, ora succede in un giorno e in misura ancora superiore».

Prima di mercoledì, il tracciamento dell’epidemia nelle scuole viaggiava attraverso un doppio canale, doppiamente «difettoso». La scuola comunicava all’Ats l’esito positivo del tampone di un alunno via mail o via telefono: con migliaia di casi al giorno, l’informazione rischiava di arrivare in ritardo o, addirittura, di non arrivare affatto. A quel punto, l’Ats contattava a sua volta la scuola per far mettere la classe in quarantena. Oppure era l’Ats, ricevuta notifica di tampone positivo dal laboratorio analisi, a comunicarlo alla scuola: con altrettanto ritardo, perché dalla positività di un codice fiscale occorre arrivare alla classe relativa. «Una gestione che andava bene con pochi casi al giorno», ammette l’Ats. La speranza è che il nuovo portale agevoli il monitoraggio del contagio e tolga dall’ombra in fretta i migliaia di contatti stretti di altrettanti alunni o insegnanti positivi al virus.