Il difficile dialogo tra Azzolina e i sindacati

da Tuttoscuola

Come è andato l’incontro tra Lucia Azzolina e i sindacati della scuola? Bene secondo lei, male per i sindacati. Nel comunicato stampa diffuso dopo l’incontro  si legge che la ministra ha detto ai rappresentanti sindacali di aver lavorato “affinché la scuola potesse avere il suo peso robusto nella legge di bilancio: abbiamo 2,2 mld di spesa corrente e 1,5 di spesa in conto capitale per gli investimenti, risorse con cui si interverrà sul sostegno con un piano straordinario per incrementare i docenti, sull’edilizia scolastica e con cui si lavorerà per ridurre il sovraffollamento delle classi, per incrementare la digitalizzazione

Quanto alla gestione dell’emergenza sanitaria “abbiamo tutti passato l’estate a rendere le scuole più sicure”, ha sottolineato la ministra, ribadendo l’importanza di tenere aperta la scuola che “non è solo luogo di apprendimento, ma anche di socialità, luogo in cui si imparano regole e, in determinati territori, si viene sottratti alla strada. Togliere la scuola in presenza rischia di essere persino pericoloso”.

È stato questo l’unico punto sul quale si è verificata una assonanza di impostazione tra la Azzolina e i sindacati, ma in particolare con la Cgil, i cui rappresentanti – la vice segretaria generale della Cgil Gianna Fracassi e il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli – hanno esplicitamente sostenuto in un comunicato congiunto a commento della riunione che “il diritto all’istruzione non è garantito se non si riprende la scuola in presenza”. Una tesi sostenuta, nello stesso giorno, anche da Dario Missaglia, Presidente dell’Associazione Proteo Fare Sapere, vicinissima alla Flc Cgil (della quale in passato lo stesso Missaglia è stato segretario generale), che in un denso articolo lamenta “la povertà culturale di una politica che ha seppellito i valori di prossimità e il valore delle relazioni sociali”, ma riflette anche su “come rimettere a punto un percorso formativo così compromesso” invitando i docenti  a “iniziare un nuovo percorso verso una scuola capace di pensare e progettare il cambiamento profondo di cui ha bisogno”.

Per il resto la Cgil dà un giudizio molto critico sullo stato delle relazioni sindacali, sollecitando la creazione di un “luogo permanente di confronto da istituzionalizzare”.

Più problematica la posizione espressa da Cisl e Cisl scuola, che dopo aver affermato che “la scuola ha un ruolo fondamentale, è luogo di costruzione di legami sociali ed essere a scuola è un elemento essenziale per gli alunni e quindi occorre fare di tutto per tenere le scuole aperte”, aggiungono però che ciò deve essere fatto non a tutti i costi ma “nella garanzia della sicurezza e della salute di tutti”.

Aspro anche il commento di Pino Turi, segretario della Uil scuola, che però appare interessato, più che alla tematica della scuola in presenza, al versante della contrattazione e della legittimazione del ruolo del sindacato: “Le relazioni sindacali sono al lumicino. I pochi atti negoziali, come il protocollo sulla apertura delle scuole in presenza e in sicurezza, sono stati sostanzialmente disattesi”. A suo giudizio l’attuale ministro si è reso responsabile della “mancanza di dialogo e confronto, tanto da avere di fatto eliminato ogni forma vera di partecipazione sindacale”. Pertanto “noi continuiamo a dare la nostra disponibilità ma solo se si manifesta la volontà del ministro di cambiare registro e aprire una fase nuova delle relazioni sindacali”.