S. Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

Casciani o di una scrittura libera

di Antonio Stanca

   Una presenza sempre attiva, una figura sempre impegnata può essere definita quella di Susanna Casciani. E’ nata a Firenze nel 1985. Vive a Pistoia dove lavora come insegnante nelle scuole elementari. Servendosi di molti pseudonimi scrive da tanto tempo su Internet riguardo a problemi di attualità, costume, morale, società, a fenomeni della vita individuale, collettiva, alle infinite forme, maniere che questa può assumere. Una pensatrice, una psicologa è la Casciani e come tale si comporta quando scrive sulla pagina Facebook aperta nel 2010 e intitolata Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore. Oggi questa pagina ha circa duecentomila lettori, col suo titolo è uscita nel 2016 un’opera della Casciani che aveva tutti gli aspetti di un lungo diario e che recentemente la Mondadori ha ristampato in un’Edizione Speciale.

   E’ la storia di due ragazzi, Tommaso e Anna, che s’innamorano quando sono ancora adolescenti, si amano per un periodo di tempo non molto lungo e poi si lasciano senza che mai si sappia perché, come è successo. La vicenda si svolge tra Viareggio, Torino e altri posti dove i due, abbandonate le rispettive famiglie, erano andati a vivere prima insieme e poi da soli.

   Tommaso lascerà Anna, lei ne soffrirà molto, tanto da riportare quello che pensa, vede, fa, immagina, sogna, da scriverlo e farne un interminabile diario. Così crede di poter contenere il dolore, il dramma che sta vivendo, di poterlo controllare. Scriverà della sua vita divenuta ormai solitaria, non trascurerà nessun particolare, nessun elemento, nessun aspetto, nessun momento, nessun segno. A volte ripeterà il già detto come succede quando uno stato d’animo è molto provato, crederà di avere delle visioni, di fissare degli appuntamenti, addirittura di stare con Tommaso. E’ tanta la pena da giungere ad inventare i rimedi.

   Non smetterà mai, però, di riprendere fiato, di rientrare in sé, di recuperare la propria condizione, di svolgere il suo problema con una tale ricchezza di particolari da impressionare, sorprendere data la sua età e la sua condizione. Dei più remoti, dei più segreti risvolti dell’anima scriverà Anna, drammatica, tragica sarà ma anche poetica, lirica, scontenta, offesa ma anche felice, entusiasta, sconfitta, violata ma anche fiduciosa, sicura. Tanti saranno gli umori che la attraverseranno, tanti e tanto diversi i pensieri che la percorreranno da diventare lei, così giovane, così fragile, il simbolo, l’esempio di quell’umanità destinata a soffrire, ad ascoltare il “cuore”, a non evitarlo.

   Una creazione della Casciani è Anna, la storia del suo abbandono, della sua solitudine è l’opera, una figura d’eccezione è la scrittrice ottenuta senza un romanzo ma attraverso una serie di annotazioni, appunti, espressioni spesso libere da regole perché intente a dire di sensazioni, emozioni, visioni, ricordi, di quanto può balenare all’improvviso nella mente e lo si vuole cogliere prima che svanisca.

   Una scrittura libera per un “cuore” che vuole liberarsi!

   Non ci poteva essere un modo più vero, più autentico per mostrare una situazione simile, per far coincidere i sentimenti con le parole!