Nuovo DPCM: no a docenti in aule vuote, organizzare lavoro ATA. I possibili scenari

da OrizzonteScuola

Di redazione

Emergenza Coronavirus: il DPCM del 3 novembre 2020, firmato dal Presidente Conte, presenta vari scenari. Uno di questi riguarda “Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”, quella che in maniera sommaria viene definita “zona rossa”.

In questo paragrafo del documento si legge “i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile.”

Spostiamoci alla scuola, luogo pubblico per eccellenza.

Nelle regioni con  rischio elevato

  • Nelle secondarie di secondo grado il 100% delle attività si svolgerà tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza per l’uso dei laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e, in generale, con bisogni educativi speciali.
  • Resteranno in presenza la scuola dell’infanzia, i servizi educativi per l’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Le attività didattiche in tutti gli altri casi si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.

A parte la possibilità di attività in presenza per l’utilizzo dei laboratori e per l’attuazione dell’inclusione degli alunni con disabilità, può ancora sussistere la presenza degli insegnanti in aule vuote, come determinata dalla nota ministeriale del 26 ottobre 2020, in cui abbiamo letto ““Le istituzioni scolastiche continuano ad essere aperte, e in presenza, nell’istituzione scolastica, opera il personale docente e ATA, salvo i casi previsti al paragrafo 2. ” [QSA o isolamento fiduciario]”

Fortunatamente la nota proseguiva con “La dirigenza scolastica comunque, in caso di necessità, può adottare particolari e differenti disposizioni organizzative” e questo ha permesso a numerosi Dirigenti Scolastici di assicurare con buon senso la disponibilità delle aree scolastiche, limitando al massimo i rischi di contagio. Ma non sono mancate criticità.

Il lavoro degli ATA

Già il DL Agosto autorizza al lavoro agile nei casi di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica.

“Al personale scolastico e al personale coinvolto nei servizi erogati dalle istituzioni scolastiche in convenzione o tramite accordi, non si applicano le modalità di lavoro agile di cui all’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 tranne che nei casi di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica”.

Adesso, con questa ulteriore “stretta” si attende di conoscere le determinazioni del Ministero in merito.