Tutti i casi in cui la didattica resta in presenza

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Da oggi al 3 dicembre 4 milioni di studenti italiani tornano alle lezioni a distanza. Ma in poche e motivate eccezioni la scuola resta in presenza. A indicarle è una nota del ministero dell’Istruzione che fa il punto sulle novità introdotte dall’ultimo Dpcm del governo. Della “short list” fanno parte i “convittori”, i figli dei medici e del personale sanitario e i piccoli gruppi di alunni che faranno eventualmente compagnia ai ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali. Oltre a quelli privi di Pc o tablet.

I convitti prima eccezione alla regola della Dad al 100%
Nel sottolineare che dal 6 novembre al 3 dicembre la didattica a distanza (Dad) al 100% sarà la regola per gli studenti delle superiori e, nelle zone rosse, per gli alunni di seconda e terza media, la nota a firma del capo dipartimento Istruzione, Max Bruschi, ricorda che anche in questa fase di passaggio dalle aule alle piattaforme web il «diritto allo studio» va assicurato comunque a tutti. Soffermandosi poi sui casi in cui le lezioni possono restare in presenza. A cominciare dai convitti. I «convittori e le convittrici potranno frequentare le attività didattiche in presenza nel caso in cui la scuola e il convitto siano posti nel medesimo edificio o in edifici contigui», specifica la circolare. Mentre i semi-convittori e le semi-convittrici passeranno alla Dad, o meglio alla didattica digitale integrata (Ddi) come si chiama adesso.

La scuola in carcere o in ospedale
L’insegnamento deve proseguire di persona anche per la scuola in ospedale o per i casi di istruzione domiciliare. Per i quali – prosegue viale Trastevere – «è auspicabile il proseguimento della didattica in presenza ove sia possibile garantirla, nello stretto rapporto con i medici e con le famiglie che caratterizza questa esperienza».Diverso è il caso delle sezioni caricerarie, specialmente minorili, dove le modalità didattiche vanno concordate con i direttori degli istituti penitenziari.

Lezioni in presenza a piccoli gruppi
Fermo restando che ai ragazzi con disabilità va garantita la frequenza in presenza, il ministero dell’Istruzione si raccomanda di arrivare a «un’inclusione scolastica “effettiva” e non solo formale, volta a “mantenere una relazione educativa che realizzi effettiva inclusione scolastica». Da qui la possibilità per i dirigenti scolastici di coinvolgere nelle lezioni in presenza un gruppo di allievi della classe di riferimento (a rotazione o sempre gli stessi) così da mantenere «quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua».

Alunni con Bes o senza Pc
Le singole scuole decideranno anche se garantire la frequenza in presenza anche agli alunni con altri bisogni educativi speciali, qualora «tali misure siano effettivamente determinanti per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento da parte degli alunni coinvolti»; allo stesso modo, potranno prevedere misure analoghe anche con riferimento a situazioni di “digital divide” non altrimenti risolvibili. Per gli alunni senza Pc o tablet, dunque, le porte delle aule potrebbero restare aperte.

I figli di medici e operatori sanitari
Specifiche, espresse e motivate eccezioni potranno essere disposte anche per i figli del personale sanitario (medici, infermieri, operatori socio-sanitari o socio-assistenziali) direttamente impegnato nel contenimento della pandemia. Anche per loro la didattica potrà essere organizzata ancora in classe.

L’alternanza in presenza, gli organi collegiali no
Per un’attività che continuerà in presenza – i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, l’ex alternanza scuola-lavoro – purché vengano rispettate tutte le misure di sicurezza, ce n’è un’altra che va trasferita interamente online. Si tratta delle riunioni e degli organi collegiali che fino al 5 novembre potevano essere svolte anche in presenza. E adesso non più.