Scuola, il concorso straordinario oggi si ferma. “Ora recuperiamo gli esclusi”

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – Il concorso straordinario si è fermato. Tardi, ma alla fine il premier, Giuseppe Conte, ha preso atto dei rischi aggiuntivi di una prova che stava portando 64 mila precari in giro per l’Italia, spesso con i mezzi pubblici, ospitati in aule strette, più strette di quelle che aveva assicurato la ministra Lucia Azzolina, per poi farli rientrare in classe tra gli studenti. Un rischio alto e gratuito: i precari di questo concorso non sarebbero entrati in cattedra prima di settembre 2021. Chiuse le scuole superiori e, nelle zone rosse, anche seconda e terza media, il governo ha fermato anche lo straordinario.

L’Ufficio scolastico della Lombardia, ieri, ha scritto: “Le prove scritte delle procedure concorsuali previste per la giornata del 5 novembre 2020 non si svolgeranno e saranno successivamente ricalendarizzate”. Aggiunge il ministero dell’Istruzione: “Sarà nostra cura pubblicare un nuovo calendario non appena sarà possibile riprendere la procedura concorsuale. Intanto si procederà con la correzione delle prove già svolte“.

Partono comunque le correzioni

Già. Il 60 per cento dei 64.536 docenti candidati hanno svolto la prova, iniziata il 22 ottobre scorso con le tensioni speciali, i malori, i blocchi informatici che Repubblica ha raccontato. Queste prove, realizzate per classi di concorso, e che quindi hanno esaurito la disciplina di riferimento, saranno corrette e gli autori giudicati (devono essere superate con il punteggio minimo di sette decimi). Prima o poi, il concorso sarà ripreso: lo deciderà la diffusone del contagio.
Il segretario della Flc Cgil Francesco Sinopoli, facile profeta del disastro concorsone, ora scrive: “La scelta di rifiutare la procedura per titoli e avviare il concorso in piena pandemia per un’astratta idea di merito ha determinato un inizio di anno scolastico con oltre 200 mila supplenti da nominare. In questo mese e mezzo di scuola in presenza troppe cattedre scoperte, orari ridotti, turnazioni e disagi sono stati causati dalla mancanza di docenti in ruolo e dai ritardi nella nomina dei supplenti. In questo modo le scuole affrontano la nuova fase di didattica di emergenza con un mese e mezzo di scuola a scartamento ridotto alle spalle. Trasporti dedicati alla scuola, assunzioni tempestive, organico aggiuntivo nominato dal 1° settembre avrebbero potuto evitare questa sconfitta, che è una sconfitta del Paese, perché dietro ogni alunno che perde tempo di socialità e di educazione c’è un’ipoteca sul suo futuro”. Per gli esclusi (per sempre) dalla prova, poiché positivi o in quarantena, Sinopoli scrive: “Questa sospensione richiede la ricerca di soluzioni anche per chi non ha potuto partecipare. Siamo alla vigilia della Legge di bilancio e questo ci consente di ragionare delle risorse per stabilizzare l’organico e per garantire l’accesso alla formazione in ingresso ai precari e a chi si avvicina al lavoro di insegnante”.

Francesco Verducci, Pd, da sempre avversario del concorso straordinario, ora dice: “Per settimane, insieme a Matteo Orfini, dando voce a tanti insegnanti precari, abbiamo chiesto di fermare il concorso della scuola perché tenerlo in piena pandemia sarebbe stato assurdo e pericoloso. Alla fine, come era ovvio, il governo ha dovuto sospenderlo. Purtroppo lo ha fatto in ritardo, creando il caos. Molti insegnanti lo hanno già svolto, altri erano in attesa di svolgerlo nelle prossime ore. Ci troviamo in una situazione assurda che si sarebbe potuta e dovuta evitare scegliendo di stabilizzare per titoli e servizio con una prova selettiva finale a pandemia superata. Era semplice buon senso, ma per mesi abbiamo trovato un muro nella ministra Azzolina. Oggi si dimostra che le nostre preoccupazioni erano fondate. Si apra subito un tavolo per il reclutamento e la stabilizzazione degli insegnanti precari e si cerchino lì soluzioni ragionevoli e condivise. Non è più tempo di forzature e impuntature”.

“Mille chilometri per niente”

Un docente di un liceo di Enna, che ha chiesto l’anonimato, racconta la sua giornata da candidato in giro per l’Italia per una prova che non ci sarà: “Per prepararmi con coscenziosità allo scritto del concorso, ho fatto quindici giorni di aspettativa dal lavoro, con decurtazione dello stipendio. Dalla Sicilia, ho prenotato e pagato un bed&breakfast a Salerno, ovviamente ho anticipato il viaggio di andata e ritorno. Quattrocento euro di spese vive. Per la prova fissata per giovedì 5, sono partito il 4 mattina e ho percorso mile chilometri. Il pomeriggio ho scoperto una comunicazione del direttore generale Max Bruschi: dal giorno 5 tutto è sospeso, diceva. Avvisare con almeno due giorni di anticipo non era proprio possibile? Tutto questa accade per la manifesta incapacità e insensibilità di una signorina capitata per caso al ministero. Non si può dare la colpa al Covid perché quando sono partiti i concorsi la situazione era già chiara, bisognava rinviarli. Il Superenalotto, fin qui, è stato più meritocratico”.