Rassegna di studi sulla DAD

Rassegna di studi sulla DAD

di Gennaro Iasevoli

La DAD è una tecnologia pedagogico-didattica, che trova radicinella didattica per corrispondenza di tipo cartaceo supportata dai servizi postali nel dopoguerra del ‘900. Utilizzata principalmente per l’apprendimento a distanza delle lingue, fu supportata dall’uso di dischi in vinile. Negli anni cinquanta del secolo scorso una nota casa editrice diffuse l’apprendimento a distanza delle tecniche di costruzione e riparazione degli apparecchi radio, utilizzando schede didattiche e questionari recapitati per posta, al fine del conseguimento a distanza della certificazione “Radio Elettra”. Daallora s’è verificato un susseguirsi di studi e ricerche a distanza fino all’avvento di internet, negli anni ‘90. Poi con lo sviluppo delle comunicazioni aeree, ferroviarie e navali abbiamo assistito ad una frenata alla corsa verso una DAD, in quanto gli studenti ed i ricercatori hanno cominciato a interfacciarsi velocemente da un continente all’altro ed indifferentemente da una città all’altra, fino a quando l’attuale pandemia non ha paralizzato di colpo gli spostamenti e la socializzazione ravvicinata.

Già Giuseppe Lombardo Radice, filosofo e pedagogista, aveva, ai suoi tempi, previsto uno sviluppo complesso dei metodi pedagogici confidando in una profonda distinzione delle metodologie utilizzate come supporto dell’insegnamento dei contenuti: istituzionalizzando, di fatto, una separazione della pedagogia dalla filosofia e della pedagogia della psicologia. Si può dire che sia stato uno dei primi in Italia a valorizzare l’importanza dei metodi di trasmissione del sapere, al di là del sapere filosofico stesso. Dopo il Radice è fiorita in Italia una moltitudine di proposte metodologiche per la trasmissione dei saperi nella scuola primaria, attingendo al pensiero di Maria Montessori, J. Piaget, L. Volpicelli e tanti altri, fino a De Bartolomeis, L. Gallino, E. Frauenfelder. Ad oggi però le metodologie pedagogiche, anche sulla scia delle ultime ricerche di Elisa Frauenfelder hanno inglobato tante tecnologie multimediali e tanti suggerimenti presi dalle neuroscienze. La scuola pubblica italiana, principalmente quella dell’obbligo, ha inglobato negli anni le proposte didattiche dei pensatori e si è evoluta con straordinaria velocità istituzionale. Oggi la scuola, grazie alla prontezza istituzionale, si avvale delle nuove tecnologie e legestisce a livello pedagogico, godendo di una appropriata flessibilità delle Istituzioni di riferimento: Ministero, Direzione Regionali, Direzioni Provinciali, Dirigenze Scolastiche.

Gli strumenti per la DAD:

una postazione che comprende un piano d’appoggio, una sedia, una lampada, un computer, una telecamera, un microfono, una cuffia, una presa internet o una chiavetta con scheda internet, una presa elettrica od una batteria ricaricabile, cavetti di connessione, disco-pen, CD, software vario, carta da scrivere, una penna, testi di riferimento sui contenuti, un ambiente accogliente, climatizzato e poco rumoroso e soprattutto un Alunno ed un interlocutore a distanza, idoneo a trasmettere quanto occorra e ad interloquire nella veste di Docente qualificato ed autorizzato.

Prime osservazioni psicologiche e didattiche: 

la prima applicazione nazionale generalizzata, istituzionale, si è avvalsa dei suggerimenti ministeriali e della libertà organizzativa dei Dirigenti Scolastici, secondo una visione tratta da più osservatori. Durante le fasi più severe della pandemia, la scuola italiana con le sue regole e suoi organici ha si è trasformata in un’impronta schematica lasciando le sue forme, i suoi schemi, le sue misure, i suoi percorsi; tale impronta metaforica è stata fotografata e letta da una miriade di professionisti informatici che ne hanno digitalizzato i meccanismi formativi ed istruttivi, lasciando in una nuova condizione gli interlocutori (alunni, genitori, docenti, dirigenti, personale amministrativo), abbattendo la dimensione spaziale (niente aule, niente laboratori, niente palestre, niente visite guidate), ma confermando la dimensione temporale (orari di studio ed orari di lavoro).

Dopo una serie di informazioni attraverso i mezzi di stampa ed attraverso le comunicazioni telefoniche ai singoli genitori e studenti, i Dirigenti Scolastici informati con apposite circolari hanno canalizzato le loro disposizioni direttamente all’Utenza. Gli Alunni si sono trovati da un giorno all’altro invitati a collegarsi con i propri mezzi alle piattaforme informatiche delle singole Scuole ed Istituti. Ogni allievo, in teoria nella situazione ottimale, col proprio pc o col proprio telefonino si è collegato con la propria Scuola ed ha cominciato a fruire dell’insegnamento a distanza, secondo l’orario normale adottato in tempi normali di frequenza scolastica, soltanto se in possesso degli strumenti.

Gli studi in materia hanno evidenziato alcuni punti critici della DAD:

1) secondo una corretta psicologia della persona, l’orario scolastico tradizionale non è compatibile con la DAD, perché si configura come insegnamento personale, infatti l’alunno è solo davanti alla postazione pc di casa o tutt’al più in compagnia dei Familiari. Ci sono stati vari casi e sentenze in Italia che hanno sanzionato e disapprovato l’insegnamento del docente ad un solo alunno che si trova in aula in assenza dei suoi compagni che hanno disertato. Ciò perché un minore fuori dal suo gruppo di compagni, al cospetto di un docente adulto, proverebbe imbarazzo a mostrare i suoi bisogni vitali ordinari e straordinari ed avrebbe timore di manifestare momenti di stanchezza o di carenza di attenzione. Se l’alunno vi fosse costretto ne trarrebbe una stato di stress patologico. Basti ricordare che tra i bisogni vitali primari dell’uomo oltre al cibo, al calore, all’illuminazione e al movimento vi è il vivere sociale.

2) La curva dell’attenzione non trova adeguata osservazione attraverso la DAD. L’alunno stanco non viene adeguatamente osservato e salvaguardato attraverso la DAD, pertanto lo stress non viene evitato, fino a produrre danni psicosomatici e demotivazione.

3) La sequenza delle ore d’insegnamento tradotta in ore di apprendimento dell’alunno di fronte al monitor, verosimilmente per 4 – 6 ore, è del tutto improponibile e sicuramente dannosa per la salute psicofisica. Anzi se pedissequamente realizzata potrebbe comportare danni psicosomatici alla massa degli alunni.

4) L’opportunità istruttiva e formativa concessa agli allievi, durante una lezione di DAD, si è rilevata, nei fatti, assolutamente limitata e marginale in quanto i docenti durante le ore di lezione sono quasi sempre totalmente impegnati nelle comunicazione di informazioni, mentre gli alunni faticano ad interrompere il docente per porre eventuali domande.

5) Le lagnanze dei Genitori sono moltissime: i Genitori che seguono maggiormente il progresso scolastico dei propri figli seguono a tempo pieno l’andamento della DAD nell’intendo di assistere i figli stressati e più ancora per evitare un giudizio negativo da parte dei Docenti. Il coinvolgimento dei Genitori viene vissuto in famiglia con un’ulteriore forma di stress.

6) Le lamentele dei Docenti sono di tipo psicologico, pedagogico e tecnico: i Docenti che operano su più classilamentano un affaticamento nel parlare per ore senza poter avere delle pause, che altrimenti indurrebbero gli allievi alla chiusura dei collegamenti. Essi notano che talvolta la DAD si risolve in un insegnamento nozionistico con scarsi risultati pedagogici. Infine la lagnanza relativa alla propria condizione psicosomatica innaturale, derivante dalla costrizione richiesta dalla postazione pc – telecamera.

7) La serie di giudizi negativi sopra espressi è direttamente proporzionale alla durata annuale della DAD, pertanto tale metodologia ha una sua ragione di essere soltanto se riferita ad un pacchetto di informazioni da ricevere un tempo limitato, quale può essere quello di una settimana ripetuta eccezionalmente tre, quattro volte nell’anno.

Il risultato in termini pedagogici si può riassumere in un apprendimento condizionato notevole con parecchi contenuti teorici, difficilmente spendibili nelle future carriere professionali.

La pedagogia insegna che l’apprendimento condizionato è il risultato di una scuola autoritaria, non più accettata dalle odierne democrazie.

La DAD, alla luce delle considerazioni esposte, sarebbecompatibile con la capacità attentiva e ricettiva dell’alunno soltanto se riferita ad un pacchetto di informazioni da somministrare in un tempo limitato, quale può essere quello di una settimana, ripetuta eccezionalmente tre, quattro volte nell’anno.

A fronte delle molteplici criticità pratiche e delle problematiche psicologiche, che la DAD può produrre, è necessaria una profonda discussione tecnica che coinvolga psicologi e pedagogisti,Genitori e Docenti, per attuare modifiche ed aggiustamenti mirati, necessari a salvaguardare la salute psicologica dell’alunno e diminuire lo stress dei Genitori e dei Docenti.