S. Stefanel, Innovare il curricolo

Stefano Stefanel, Innovare il curricolo. Come muovere il curricolo dentro le scuole dell’autonomia

Ariella Bertossi

Timidamente noi, fieri di essere parte del “suo gruppo”, esibiamo quasi con pudore la nostra piccola copia del suo ultimo libro con dedica. Ne scrive una per ciascuno, quando andiamo a prendercela scappando dal nostro mondo così complesso: andiamo a trovare Stefano Stefanel nella sua scuola a Udine. 

Durante la pandemia alcuni dirigenti scolastici del Friuli Venezia Giulia hanno trascorso virtualmente insieme un lock down comune, ritrovandosi settimanalmente in meeting a tema. L’idea è nata per accompagnare i primi passi dei nostri colleghi neo dirigenti, provati da una prova del fuoco terribile e successivamente per condividere, insieme a tutti i nostri dubbi, anche le nostre strategie, le idee, le azioni e la determinazione nell’affrontare le difficoltà di un periodo che in ogni momento chiedeva nuovi adattamenti. I vari appuntamenti sono diventati sempre più importanti, sempre più attesi e sempre più interessanti. Ci abbiamo scherzato su, ma così come durante un’epidemia è nato il Decameron​ ​, anche durante il nostro isolamento qualcosa di buono si è creato. Li abbiamo chiamati “Incontri sotto le stelle” perché si sono tenuti nella parte finale delle nostre dure giornate e la crescita è stata per tutti, non solo per i nostri colleghi più giovani. Instancabili e con piacere sono venuti a trovarci i più grandi nomi del panorama pedagogico e didattico italiano, tra gli altri sono stati con noi Roberto Maragliano, Giancarlo Cerini, Franca da Re, Raffaele Iosa, Roberto Trinchero, Franco de Anna: Stefano Stefanel a fare da cornice e padrone di casa. 

Lui è il mentor di tutti noi, è l’insegnante vero, quello che tutti vorremmo avere, quello che ti fa credere in te stesso perché comprendi che è lui per primo a credere in te. La sua capacità di sintesi, di vedere e di comprendere non solo le vie d’uscita, ma soprattutto i problemi che ci stanno opprimendo, si trova tutta nel suo ultimo libro “Innovare il curricolo”, un’utile lettura in questo periodo e del tutto condivisibile nei contenuti. Mentre insomma il Covid-19 consumava tutte le nostre energie, l’instancabile Stefanel ha meditato, scritto ed elaborato il pensiero su quelli che sono i temi caldi del momento nel mondo della scuola.

Sembra un libriccino, ma dentro c’è tutto, tutto quello che serve alla scuola. Ancora una volta il nostro mentor ha colto nel segno, riuscendo ad individuare le sfumature e le necessità per poter operare a passo con i tempi. Le scuole non hanno le stesse velocità: alcune hanno preso il volo, altre arrancano per stare dietro a quanto di continuo si propone e alle novità legislative, ma sia per le prime che per le seconde il tempo di revisione e ristrutturazione del curricolo è sempre il presente. Questo libro da’ indicazioni precise, un manuale utile e pratico, come sempre l’autore sa fare. 

Partendo dagli esempi concreti di linee di indirizzo per la stesura del PTOF da dare al collegio, passando attraverso Don Milani e le Charter School, nei vari capitoli si affrontano i punti focali del dibattito sulla scuola. L’educazione civica è la novità di quest’anno e viene proposta sia nella dimensione valutativa che in quella progettuale, spiegando come applicare nelle scuole i due diversi approcci. 

In un paio di pagine sono racchiuse delle profonde riflessioni relative allo studio della storia. Alludendo a quanto accade anche nel nostro paese (ad es. il negazionismo della Shoah, l’uso del saluto fascista, l’associazione comunismo-nazismo) si condanna la scelta riduttiva dello studio del Novecento, ripreso alla fine della terza media e in quinta superiore, senza quella continuità verticale che sarebbe auspicabile come approccio. La comprensione dei fenomeni storici importanti sfugge pertanto agli studenti, racchiusi in percorsi che sembrano più macchine che linee del tempo e non facilitano la contestualizzazione di ciò che studiano con quanto poi fanno nella vita reale. La via d’uscita è la proposta di separare il Curricolo di Storia dal Curricolo della Memoria, il primo per i nostalgici dei Programmi, il secondo per lo sviluppo di quelle competenze civiche e di cittadinanza che forse più di tutte la scuola dovrebbe dare. 

Molto interessanti sono anche i capitoli sul digitale, con l’attenzione al BYOD e quello sul curricolo e valutazione. Ora che anche Riccardo Muti ha demonizzato i pifferi a scuola, siamo tutti più sereni e convinti della necessità di rivedere le consuete modalità didattiche nell’approccio alla musica, con buona pace di tutti i vicini di casa degli scolari d’Italia.

Le riflessioni sono ampie condivisibili, ma non vorrei spoilerare di più: causa Covid non saranno possibili incontri con l’autore, un peccato perché anche a voce l’interazione con Stefanel sarebbe stata piacevole. Direi che il libro è un buon strumento di lavoro per chi di scuola si occupa e una guida per rimettere in discussione certe pratiche ormai datate e documenti che rischiano di essere sterili incombenze invece di utili piste di lavoro.