Scuola, la nota del ministero: “Per i figli di medici e infermieri la lezione resta in presenza”

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – L’ultima richiesta del ministero dell’Istruzione ai dirigenti scolastici, avanzata attraverso un questionario – il questionario ministeriale, da questa estate, è entrato nelle quotidiane mansioni dei presidi -, è questa: quanti sono i figli di sanitari all’interno del vostro istituto e a quanti è garantita la didattica in presenza?

Ecco, seguendo le indicazioni del Decreto del presidente del Consiglio dello scorso 3 novembre, la sua nota attuativa, i figli di medici e infermieri, e anche dei farmacisti, devono poter assistere alle lezioni in presenza anche all’inteno delle scuole chiuse. In gruppi limitati. Questi studenti hanno genitori con orari che non si conciliano con quelli della didattica a distanza, tanto più in una fase come questa in cui si chiede un impegno speciale ai sanitari: “Ai loro figli deve essere garantito il diritto allo studio”, illustra la richiesta del ministero.

Oggi la presenza negli istituti superiori (chiusi, almeno, fino al prossimo 3 dicembre) e nelle classi di prima e seconda media (chiuse, queste, nelle quattro regioni rosse) è garantita agli studenti portatori di handicap, a quelli con bisogni educativi speciali e per le attività laboratoriali (istituti tecnici e professionali). Anche i figli dei sanitari, adesso, potranno avere accesso alla lezione in aula.

“Se sei un medico non puoi fare smart working”, dice Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, “nelle zone rosse, in Campania, in Puglia, la Didattica a distanza è richiesta a ragazzini di undici, dodici anni, il provvedimento vuole assicurarsi che strati di popolazione particolari abbiano garantito il diritto allo studio universale”.