Collaborazioni scuola-territorio

Collaborazioni scuola-territorio per l’attuazione di esperienze extrascolastiche di educazione civica: incontro al MI sulla bozza di decreto ministeriale

Oggi l’ANP ha partecipato, in videoconferenza, all’incontro con il Ministero dell’istruzione, rappresentato dal Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici Dott.ssa Maria Assunta Palermo, per discutere della bozza di decreto ministeriale Collaborazioni scuola-territorio per l’attuazione di esperienze extrascolastiche di educazione civica di cui all’art- 8 della legge 92/2019. 

L’Amministrazione ha presentato l’emanando decreto sottolineando di avere fatto riferimento, per la stesura di parte del testo, al d.lgs. 117/2017 (Codice del Terzo settore) il cui articolo 55 permette alle scuole di avviare la collaborazione con le organizzazioni del volontariato e del Terzo settore mediante forme di co-programmazione e co-progettazione. Sono stati esplicitati i criteri e i requisiti per l’individuazione, da parte dei istituzioni scolastiche, di tali soggetti nonché gli elementi di comprovata e riconosciuta esperienza di cui gli stessi devono disporre: che siano iscritti da almeno sei mesi nel Registro Unico nazionale del Terzo settore; che abbiano sottoscritto protocolli di intesa o altri accordi con il MI o gli USR; che abbiano già realizzato, presso le istituzioni scolastiche, alcune esperienze progettuali di ampliamento dell’offerta formativa sulle tematiche dell’educazione civica. Infine, è stato disposto che le attività extrascolastiche integranti l’insegnamento siano riportate nel curriculum dello studente del secondo ciclo in un’apposita sezione. 

L’ANP ha in premessa evidenziato come tale decreto nasca da un’originaria ambiguità contenuta nel testo della legge 92/2019. Infatti, nel disporre che tale insegnamento sia integrato con esperienze extrascolastiche realizzate a partire dalla costruzione di reti, la norma ha utilizzato un aggettivo – extrascolastiche, per l’appunto – che meglio si attaglia all’orario e ad elementi del curricolo implicito che non alle attività, di norma distinte in curricolari ed extracurricolari. Ciò genera, di conseguenza, un disallineamento lessicale e sostanziale rispetto a quanto disposto all’art. 5 della bozza ministeriale in relazione al curriculum dello studente. In buona sostanza, riportare le attività integrative dell’educazione civica nella sezione “attività extrascolastiche”, laddove si tratta di attività che concorrono ope legis al curricolo del nuovo insegnamento e alla relativa valutazione, risulta fuorviante rispetto alla natura del nuovo insegnamento. 

Abbiamo, poi, fatto presente come il decreto, per avviare collaborazioni con le istituzioni e gli enti pubblici, richiami strumenti che sono già in possesso della scuola dell’autonomia (la rete, i partenariati, gli accordi) e mediante i quali essa ha già il potere di sottoscrivere accordi con altri organi pubblici per finalità comuni. 

L’ANP ha inoltre evidenziato una specifica criticità sulla disciplina del rapporto che la scuola è chiamata ad avviare con i soggetti privati ai fini della realizzazione delle attività integrative dell’educazione civica. Tale rapporto, infatti, pur potendosi instaurare utilizzando le varie tipologie di accordo che la scuola ben conosce e applica in forza del d.P.R. 275/1999, della legge 107/2015 e della legge 241/1990, richiede l’accreditamento delle organizzazioni del volontariato e del Terzo settore. La bozza non chiarisce, però, quale soggetto abbia l’autorità di riconoscerlo. Di conseguenza, abbiamo chiesto di esplicitare questo rilevante aspetto che, peraltro, è espressamente richiamato dall’articolo 55 del d.lgs. 117/2017. 

Riteniamo che l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica sia una sfida impegnativa per le scuole, già alle prese con la gestione dell’emergenza epidemiologica. Per questa ragione l’ANP, in quasi completa solitudine, durante l’incontro sulle Linee guida dell’educazione civica dello scorso giugno, aveva espresso fondate perplessità sulla tempistica di introduzione della disciplina proprio nell’anno scolastico della ripartenza e della gestione della seconda ondata della pandemia. Ma l’Amministrazione ha preferito procedere con i tempi della legge. Pertanto abbiamo sostenuto e sosteniamo, accompagnandole anche con percorsi formativi, le istituzioni scolastiche che con senso di responsabilità si sono impegnate nella complessa costruzione del curricolo della nuova disciplina e nella sua organizzazione. Non possiamo però nascondere la nostra sorpresa circa la richiesta, formulata oggi, di rimandare le ulteriori azioni previste dalla legge 92/2019 – a causa della pandemia – da parte di chi, solo qualche mese fa, non vedeva impedimenti di sorta. 

Ma questo ci aiuta, una volta di più, a farci riflettere sull’insostenibile leggerezza dell’essere.