La Scuola che Sogniamo è… Digitale. Emergere

print

da Tuttoscuola

Il Dossier “La Scuola che sogniamo” di questo mese di novembre è dedicato al tema della didattica digitale, esplorato però all’interno della particolare e difficile congiuntura che, ormai da molti mesi, stiamo vivendo. Il rapido diffondersi del COVID-19 ha portato alla lunga chiusura delle scuole, e alla conclusione particolarmente faticosa di un anno scolastico anomalo. Durante il lockdown è stato inevitabile far ricorso alla didattica a distanza. Lo si è fatto come si è potuto, per lo più improvvisando, con molta generosità, e nei modi più disparati, anche perchè il ministero non è stato in grado di fornire un supporto significativo. La didattica a distanza è stata, quindi, in troppo casi, una didattica di emergenza, faticosa, lacunosa, improvvisata. Poi c’è stata la pausa estiva, che non è stata utilizzata per preparare meglio la riapertura dell’anno scolastico, mentre dal Ministero si ripetevano i mantra del “La scuola riapre il 14 settembre“, “nessuno deve restare indietro” … E abbiamo visto come è andata. Ora molti insegnanti hanno un problema doppio, con alunni che seguono le lezioni in presenza, altri da casa, e, molto probabilmente, altri da nessun luogo. La didattica a distanza, troppo ingiustamente demonizzata, e che molti speravano di accantonare velocemente, sembra una triste medicina che bisogna ancora sorbire. Ma è proprio così? Ha veramente senso contrapporre le modalità della didattica in presenza con quelle a distanza? Le migliori esperienze ci insegnano che le cose non stanno in questo modo. Di questo abbiamo parlato nell’inserto de La Scuola che Sogniamo di novembre dedicato, appunto, alla scuola digitale.

Scopri il programma de La Scuola che Sogniamo 2020/21

Chi era preparato a gestire una didattica innovativa in presenza ha saputo farlo anche a distanza. In molti casi perché già utilizzava una molteplicità di linguaggi e di approcci metodologici, e il digitale non era la chance della disperazione, ma una risorsa importante. In altri casi mancava la competenza tecnologica specifica, ma non la passione educativa, la capacità di investire sul protagonismo degli studenti, di motivarli, di incoraggiarli a pensare criticamente e di spingerli a scoprire. Questi insegnanti non si sono arresi, non hanno permesso che il distanziamento fisico diventasse una barriera alla relazione, e allora hanno guardato con favore e disponibilità alle diverse modalità di interazione che la didattica digitale poteva offrire.

Una insegnante mi ha detto: “avevo parecchia difficoltà, ben poca esperienza, ma sono stati i miei studenti che mi hanno aiutato, ed è stato molto bello. Credo di essere diventata un’insegnante migliore.” Emergenza significa che qualcosa che era nascosto sta venendo alla luce.

Come il Dossier documenta, sta venendo alla luce una grande opportunità: servirsi del digitale non per sostituire (o per supplire) la didattica in presenza, ma per allargarne le possibilità, e renderla più efficace. Si fa strada l’idea di una didattica integrata, di un uso del digitale anche in presenza, e di un lavoro a distanza che batta sentieri innovativi. Di questo abbiamo parlato all’interno dell’inserto dedicato a La Scuola che Sogniamo pubblicato all’interno del numero di novembre di Tuttoscuola.