Scuola, nella Legge di bilancio 3,7 miliardi

da la Repubblica

Corrado Zunino

Per la scuola, dice il ministero dell’Istruzione, ci saranno 3,7 miliardi in Legge di bilancio. Due miliardi e 200 milioni andranno per la spesa corrente, un miliardo e mezzo per gli investimenti. Il finanziamento è stato definitivamente approvato dal Governo e ora passa al vaglio del Parlamento.

Con i fondi stanziati si prevede un piano pluriennale per l’assunzione di 25 mila docenti di sostegno in organico di diritto, stabilizzazione “che si accompagnerà allo stanziamento di appositi fondi per la formazione del personale docente sulle tematiche dell’inclusione degli alunni con disabilità e per l’acquisto di ausili didattici”. Si attendono, quindi, mille docenti in più per il potenziamento dell’offerta formativa nella scuola dell’infanzia. E 60 milioni aggiuntivi l’anno per la fascia 0-6 anni.

Oltre 1,5 miliardi vanno all’edilizia scolastica. Il provvedimento proroga, poi, di un altro anno, i poteri commissariali ai sindaci di Comuni e Città metropolitane “per una rapida realizzazione” degli interventi negli istituti.

Aumenta il Fondo per ridurre le diseguaglianze: 117,8 milioni in più per il 2021, 106,9 milioni per il 2023, 7,3 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025, 3,4 milioni in più per l’anno 2026.

Sulla digitalizzazione è previsto un nuovo investimento di 40 milioni di euro: entreranno a scuola gli animatori digitali (previsti, per altro, dall’autunno 2015). Vengono confermate le équipe formative di docenti che si occupano dell’attuazione del Piano nazionale scuola digitale “per accelerare i processi di digitalizzazione dentro gli istituti scolastici”.

Confermati fino al 30 giugno, ancora, mille assistenti tecnici nelle scuole del primo ciclo, figure da sempre presenti nel secondo ciclo, introdotte nel primo periodo dell’emergenza e ora stabilizzate per aiutare i docenti nell’uso di laboratori e tecnologie. Vengono trasformati in lavoratori a tempo pieno 4.500 collaboratori scolastici ex Lsu e coperti 2.288 posti vacanti Ata (amministrativi).

“Si tratta di un risultato importante per la scuola, c’è un cambio di passo culturale evidente”, dice, convinta, la ministra Lucia Azzolina. “Il mondo dell’istruzione è tornato al centro degli investimenti”.

Va notato che per il 2020, anno in cui si è dovuta affrontare la pandemia da coronavirus, il Governo Conte due ha finanziato l’istruzione con 2,9 miliardi di euro (esclusi i declamati fondi europei, che sono altra cosa dai finanziamenti di governo, inclusi i fondi per l’edilizia scolastica). Il passo che porta da 2,9 miliardi a 3,7 miliardi non somiglia proprio “a un cambio culturale evidente” tenuto conto degli 81 miliardi destinati all’Italia dal Recovery Fund europeo, del fatto che per l’università e la ricerca, realtà con costi fissi molto inferiori, il ministro Gaetano Manfredi ha ottenuto 12-15 miliardi di euro in cinque anni e paragonando la cifra per il 2021 (3,7 miliardi in un anno ancora con spese extra per la pandenia) con i 3 miliardi delle Buona scuola renziana del 2015 (cifra al netto dell’edilizia scolastica) e con i 2 miliardi nelle tasche dell’ex ministro Fioramonti lo scorso dicembre, ministro che poi si dimise ritenendoli insufficienti. In un tentativo di rendere i rapporti meno conflittuali, questa mattina il ministero, attraverso un suo dirigente, ha presentato ai sindacati i finanziamenti in legge. La risposta è stata di insoddisfazione. La Gilda degli insegnanti attraverso il segretario Rino Di Meglio ha detto: “In tema di retribuzioni, i docenti vengono sempre trattati come figli di un dio minore. La previsione di un incremento di 400 milioni per il rinnovo dei contratti  è del tutto insufficiente. Siamo ben lontani dalle promesse del Governo Conte uno e dell’ex ministro Fioramonti, che prefiguravano aumenti a due cifre per un contratto scaduto da due anni”. La Cisl scuola con la segretaria Maddalena Gissi: “In assenza di un impegno a incrementare di almeno 600 milioni le risorse per i rinnovi contrattuali, sarà inevitabile il ricorso alla mobilitazione della categoria. Anche le assunzioni sul sostegno sono insufficienti rispetto ai bisogni”.Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario all’istruzione, Italia Viva, dice: “Investimenti per 1,5 miliardi in cinque anni sono pochi. E’ molto preoccupante che non ci sia previsione alcuna per l’organico del prossimo anno: 130 mila insegnanti da trovare e senza un concorso”.