Concorso, sì alle prove suppletive

da ItaliaOggi

Antonio Ciccia Messina e Carlo Forte

Ok alle prove suppletive di concorso per gli insegnati bloccati a casa con il Covid. I docenti che non hanno potuto sostenere la prova del concorso straordinario devono avere una seconda possibilità. È quanto deciso dal Tar Lazio, sezione terza B, con l’ordinanza cautelare n. 7199/2020 depositata il 20 novembre 2020, resa nel ricorso 8267/2020.

Il provvedimento del Tar Lazio si conclude proprio disponendo l’effettuazione di prove suppletive. Viene così smentita l’impostazione ostativa del ministero dell’istruzione alla effettuazione di una prova suppletiva. Nel caso specifico una insegnante, posta in quarantena in quanto risultata positiva al Covid-19 al test diagnostico molecolare, non ha potuto partecipare alla prova concorsuale scritta tenutasi il giorno 29 ottobre 2020, in quanto oggettivamente impossibilitata. Proprio sulla base di questi fatti, il tribunale amministrativo ha ordinato una sessione suppletiva quando ci saranno le condizioni di sicurezza sanitaria.

La vicenda posta all’attenzione del giudice amministrativo riguarda la procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo del personale docente della scuola secondaria di I e II grado su posto comune e di sostegno, indetta con provvedimento del 23 aprile 2020 n. 510. A questo bando è seguita la fissazione del calendario delle prove d’esame per il concorso. Le regole del concorso non hanno previsto, però, la possibilità di fissare una sessione suppletiva in favore di candidati impossibilitati a presentarsi, perché collocati in isolamento fiduciario oppure in quarantena in applicazione delle vigenti misure sanitarie di prevenzione epidemiologica da Covid-19.

Anzi il ministero dell’istruzione finora ha sempre escluso l’apertura a sessioni suppletive del concorso. In relazione all’ipotesi eccezionale della pandemia, però l’interessato non può violare l’obbligo di trattenimento domiciliare. Non pare, quindi, che si possa precludere al cittadino di concorrere ad un ufficio pubblico, qualora ricorrano circostanze non imputabili né prevenibili né dallo stesso cittadino evitabili.

Peraltro, allo stato, la fissazione di una prova suppletiva per l’interessata non compromette in alcun modo lo svolgimento delle prove di esame del concorso in oggetto.

La decisione del tribunale amministrativo apre la strada a iniziative analoghe di chi si trova nella stessa situazione.

C’è la concreta possibilità, quindi, che tutti gli insegnanti impossibilitati a partecipare per ragioni della pandemia di ritornare in campo. Il problema degli aspiranti docenti in quarantena e in isolamento fiduciario si porrà per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria. E probabilmente potrebbe verificarsi anche durante i periodi in cui saranno disposte le prove suppletive.

La situazione è di particolare gravità. Specie se si pensa che, attualmente, i precari sono circa 200 mila e, in caso di assenza dei docenti, le istituzioni scolastiche stentano a trovare sostituti. Tant’è che il ministero ha dovuto fare marcia indietro sul divieto di presentazione delle domande di messa a disposizione da parte dei docenti già collocati in una graduatoria (si veda Italia Oggi del 10 novembre scorso, pag. 41). Ciò proprio nella speranza di agevolare il reperimento dei supplenti.

Il problema dei candidati in quarantena o in isolamento fiduciario è destinato inevitabilmente a riproporsi anche in modo più massiccio in occasione delle prove del concorso ordinario. Per quest’ultima tipologia di selezione, infatti, le domande sono state più di 76 mila per il concorso ordinario nella scuola dell’infanzia e nella primaria e quelle per i concorsi nelle secondarie oltre 430 mila.

Le domande di partecipazione al concorso straordinario, invece, sono state poco meno di 65 mila. La soluzione proposta dai sindacati della scuola alla ministra Lucia Azzolina, per risolvere almeno il problema del concorso straordinario, è di consentire l’accesso ai ruoli tramite lo scorrimento di una graduatoria con esame orale al termine del primo anno di nomina.