Rientro a scuola il 9 dicembre, Speranza frena: “Valutiamo dati contagi”. Tutte le ordinanze per regione

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da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

Prende sempre più piede l’ipotesi di un rientro a scuola il 9 dicembre. Questa almeno è la data trapelata nelle ultime ore e su cui il governo starebbe puntando. Il quadro dell’Italia resta variegato per via dei colori e diversa è la situazione per ciò che concerne la didattica a distanza e in presenza.

“Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale. Stiamo lavorando per questo” ha annunciato il premier Giuseppe Conte. La prima data utile per il rientro a scuola in presenza degli studenti attualmente in Dad sarebbe proprio il 9 dicembre, subito dopo il ponte dell’Immacolata.  La stessa ministra Lucia Azzolina ha detto nei giorni scorsi che si sta lavorando per far tornare in aula i ragazzi il prima possibile.

Frena il ministro della Salute, Roberto Speranza, che attende i dati per fare una valutazione più attenta anche sulla riapertura delle scuole: “Valuteremo giorno per giorno i dati e proveremo a capire come il contesto epidemiologico ci consentirà anche una gestione di quello che riteniamo la funzione fondamentale del nostro Paese”.

“Ora non possiamo dire che ci siano garanzie sufficienti”, avverte Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano e professore di malattie infettive all’Università Statale. Secondo l’infettivologo rientrare il 9 dicembre sarebbe un boomerang.

Ordinanze per regione

Attualmente restano valide le disposizioni del Dpcm del 3 novembre. Per la scuola dunque didattica a distanza al 100% in tutto il Paese per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, didattica in presenza fino alla terza media nelle regioni in zona gialla e arancione, didattica a distanza anche per gli studenti della classe seconda e terza della secondaria di primo grado nelle zone rosse. L’uso della mascherina è diventato obbligatorio per tutti dai sei anni in su anche nei contesti in cui vi è il metro di distanziamento fisico e in situazioni statiche, ovvero anche al banco. Restano esclusi i bambini dell’infanzia, sotto i sei anni di età.

In zona rossa sono state collocate le Regioni Abruzzo, Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano, Campania, Toscana.

In zona arancione si trovano le Regioni Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche.

In zona gialla le Regioni Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto.

Il ministro Speranza, con ordinanza, ha confermato le misure (e il colore) fino al 3 dicembre per Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Puglia e Sicilia, e per Bolzano, Basilicata, Liguria e Umbria.

Oggi rientrano a scuola i bambini fino alla prima classe della primaria della Campania, ma la riapertura non è omogenea all’interno della stessa Regione. L’ordinanza numero 92 del 23 novembre del presidente Vincenzo De Luca lascia la libertà ai singoli Comuni di procedere con ulteriori restrizioni e diversi sindaci hanno infatti scelto di tenere le scuole chiuse. Campania, dal 25 novembre a scuola gli alunni fino alla prima elementare, ma tanti Comuni lasciano chiuso. Ecco dove

La Regione si prepara al rientro degli studenti delle altre classi delle elementari e della prima media il 30 novembre: anche in questo caso sarà determinante l’esito dello screening effettuato su personale scolastico, alunni e familiari.

In Puglia si conferma la didattica in presenza fino alla terza media, ma le famiglie sono libere di scegliere la Dad. Il Tar ha deciso che resta valida l’ordinanza numero 413 del governatore Michele Emiliano e pertanto lascia ai genitori la scelta.

In Umbria, per effetto dell’ordinanza numero 74 del 20 novembre della presidente Donatella Tesei, si conferma la didattica a distanza dalla prima media alle superiori fino al 29 novembre.

In Calabria il Tar di Catanzaro ha sospeso l’ordinanza regionale numero 87 del 14 novembre 2020 con la quale era stata vietata la didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado. La sospensione riguarda l’ordinanza regionale e non i provvedimenti dei singoli Comuni. L’Usr per la Calabria, attraverso una nota, ha chiesto l’immediata ripresa delle attività didattiche in presenza fino alla prima media, puntualizzando che le ordinanze dei sindaci restano valide.

In Basilicata le attività didattiche delle scuole primarie e delle secondarie di primo grado sono svolte a distanza fino al 3 dicembre. Lo ha deciso il governatore Vito Bardi, con l’ordinanza numero 104 del 15 novembre.

Il 12 novembre Emilia Romagna e Veneto hanno emanato nuove ordinanze con misure più restrittive. Sono sospese nelle scuole di primo ciclo (primarie e secondarie di primo grado) le lezioni di educazione fisica, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato.

Il 19 novembre il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha emanato l’ordinanza n. 43, che prevede la sospensione nelle scuole di primo ciclo delle lezioni di educazione fisica al chiuso se non è possibile rispettare la distanza di due metri, le lezioni di canto e quelle di strumenti a fiato.