Da base ad avanzato: ecco i 4 giudizi che sostituiscono i voti alle elementari

da Il Sole 24 Ore

di Eu.B.

Era dalla legge Gelmini del 2008 che i voti alle elementari erano espressi in decimi. Ma da quest’anno si cambia. A prevederlo è il decreto scuola approvato l’estate scorsa che ha reintrodotto i giudizi descrittivi alla scuola primaria. E desso arriva anche l’ordinanza ministeriale che mette in pratica la novità. Sia negli scrutini di metà anno che in quelli finali ci saranno quattro livelli si partirà dal livello «in via di acquisizione» e si finirà ad «avanzato».

L’ordinanza ministeriale
Il testo, che è stata illustrato alle organizzazioni sindacali e che deve ottenere il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione prima di diventare operativa, introduce il giudizio descrittivo per ciascuna delle discipline previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, Educazione civica compresa. Un cambiamento che – nelle intenzioni della ministra Lucia Azzolina – punta a rendere la valutazione degli alunni sempre più trasparente e coerente con il percorso di apprendimento di ciascuno. Nell’elaborare il giudizio descrittivo, infatti, si terrà conto del percorso fatto e della sua evoluzione.

I 4 livelli di giudizio
Al posto della vecchia numerazione in decimi, sia nella pagella del primo quadrimestre che in quella finale, le famiglie e i bambini potranno trovare quattro giudizi per ogni materia. Vediamoli nel dettaglio:
-Avanzato: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente, sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.
Intermedio: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note, utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.
Base: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.
In via di prima acquisizione: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente.

Gli alunni con disabilità
La valutazione degli alunni con disabilità certificata sarà correlata agli obiettivi individuati nel Piano educativo individualizzato (Pei), mentre la valutazione degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento terrà conto del Piano didattico personalizzato (Pdp).

Confermato l’obbligo di mascherina
Restando alla scuola elementare va poi segnalata la sentenza di ieri del Consiglio di stato, che conferma l’obbligo di mascherina al banco e suggerisce di avviare un «monitoraggio ove possibile costante, e immediato per gli scolari che diano segno di affaticamento, del livello di ossigenazione individuale dopo l’uso prolungato della mascherina», mediante «apparecchi di misurazione di semplicissima utilizzabilità» in comune commercio.

Le regioni in coro: riapertura il 7 gennaio
Tutto ciò mentre proseguono gli incontri per individuare le modalità e i tempi più idonei alla riapertura «graduale» delle scuole, stavolta medie e superiori, invocata dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, mercoledì. Se possibile passando prima da un tavolo nazionale, come invocato dalle autonomie locali durante il vertice sulle misure da prendere nel nuovo Dpcm (che non vedeva però la scuola tra gli ordini del giorno, ndr). Dal canto loro, i governatori frenano e individuano nel 7 gennaio la data giusta per il ritorno in classe. Una posizione espressa in mattinata da Luca Zaia (Veneto) e Giovanni Toti (Veneto) e fatta propria dall’interenza Conferenza delle regioni. I nodi sono sempre gli stessi: tracing, scaglionamento degli orari e trasporto pubblico. Temi rilanciati anche dai sindacati e dai presidi fermi nel motto “tornare in classe sì ma in sicurezza».
Ad Azzolina e al premier Giuseppe Conte il compito di fare, nei prossimi giorni, la sintesi. Nelle risposte via Instagram ai quesiti dei ragazzi, la responsabile dell’Istruzione si è limitata a confermare che sta lavorando per riportarli «quanto prima a scuola», pur riconoscendo che, per effetto del quadro epidemiologico, «dobbiamo essere cauti e fare delle scelte». Quali lo scopriremo presto. Anche perché il primo slot utile (il 9 dicembre) si avvicina.