Giga gratis per le lezioni web ma mancano Pc e accessi in rete

da Il Sole 24 Ore

di Andrea Biondi

Niente più ansia da Giga. Almeno, per i ragazzi costretti a studiare da casa seguendo le lezioni online, un problema in meno cui pensare dopo l’iniziativa promossa dal Governo e sposata dai principali operatori di telefonia grazie alla quale le studentesse e gli studenti potranno seguire la didattica a distanza senza consumare il traffico dati degli abbonamenti mobili. È di qualche giorno fa la notizia di Tim, Vodafone e Wind Tre che hanno accolto l’invito del Governo escludendo le piattaforme di didattica a distanza dal consumo di Gigabyte. È vero che per buona parte degli studenti tutto avviene tramite linea fissa. Ma per chi sfrutta il mobile, si tratta di un’iniziativa che non può che far piacere.

Tim, Vodafone e Wind Tre

Quello delle tariffe “zero rating” per la didattica a distanza è l’ultimo, in ordine di tempo, intervento a supporto del digitale a scuola in cui il Governo afferma di aver investito oltre 400 milioni da marzo a oggi. «Quando si affronta un’emergenza come quella che stiamo vivendo serve davvero il sostegno di tutti», ha commentato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha dal canto suo sottolineato «l’impatto, anche economico, della didattica a distanza sulle famiglie, già pesantemente provate dalle conseguenze della pandemia».

Qui si inserisce la scelta di Tim, Vodafone e Wind Tre di partire con questa iniziativa. Operativamente Vodafone ha fatto sapere che gli studenti interessati potranno attivare “Pass Smart Meeting” accedendo all’app My Vodafone oppure nell’area Fai da te del sito Vodafone.it. Il tutto per un’offerta senza costi e che si disattiverà automaticamente dopo tre mesi. Già la scorsa primavera Vodafone aveva eliminato il limite di Giga per i ragazzi dalle scuole superiori. Neanche per Tim la misura rappresenta una novità perché la compagnia già dallo scorso anno scolastico, a seguito dell’esplodere della pandemia, ha attivato la promozione gratuita E-Learning Card a tutti i propri clienti ricaricabili consumer di rete mobile con un’offerta dati attiva. Basta solo accedere all’area riservata di “Tim Party”, il programma fedeltà per i clienti dell’operatore e attivare la promozione valida un anno. Per ciò che concerne Wind Tre, la compagnia propone “Edu Time”: 50 Giga aggiuntivi al mese per un mese, da utilizzare dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 15.

Il nodo della dotazione

L’aiuto che arriva dai tre principali operatori mobili italiani rappresenta una (seppur importantissima) pacca sulla spalla in una situazione in cui però le problematiche sono ampie e complesse. Con il decreto Ristori sono arrivati altri 85 milioni sul fondo per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale di viale Trastevere per consentire alle 8mila scuole statali di acquistare e concedere in comodato d’uso gratuito agli studenti meno abbienti 211.469 dispositivi digitali e 117.727 accessi alla rete. Il punto è che, in base ai monitoraggi ministeriali, allo scorso 1 settembre mancavano ancora 283.461 Pc mentre 336.252 alunni non avevano connettività. Al tema della dotazione di device si unisce anche quello, per nulla trascurabile, della formazione, anche dei docenti.

Le piattaforme

Dal punto di vista tecnico la didattica a distanza prende forma con tecnologie e all’interno di “piattaforme”. Il Ministero ne ha suggerite tre, all’interno del sito con le indicazioni utili per la didattica a distanza ( www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html). Si tratta di “Google Suite for Education” (creare lezioni, condividere materiali, discutere, gestire lavori di gruppo, verifiche e test. Sono disponibili inoltre un’aula virtuale per le lezioni in diretta e una chat); “Microsoft Office 365 Education A1” (con gli applicativi di Microsoft, fa cui Teams ad esempio) e “Weschool”. In estrema sintesi, si tratta di ambienti in cui creare lezioni, condividere materiali, discutere, gestire lavori di gruppo, verifiche e test, anche grazie ad “aule virtuale” per le lezioni in diretta e chat. L’ultima citata in questo gruppo di tre, Weschoool, è l’unica italiana perché è nata in casa Tim nel 2016. È integrata con tutte le piattaforme di contenuti abitualmente utilizzate (ad esempio Youtube o anche Dropbox). Durante il lockdown è stata utilizzata su smartphone o computer da 1,1 milioni di studenti e docenti al giorno. A inizio agosto è arrivato un importante investimento di 6,4 milioni di euro. La startup ad agosto ha chiuso un aumento di capitale da 6,4 milioni sottoscritto da P101, lead investor con i fondi P102 e Italia 500, Azimut, Tim Ventures, Cdp Venture Capital Sgr, Club Digitale e Club Italia Investimenti 2.

Se questi sono gli ambienti, i docenti hanno anche altri specifici strumenti a disposizione per preparare le lezioni. Per creare videotutorial, ad esempio, è molto usato “Screencast o-matic”. Per creare lezioni online si fa ricorso, fra gli altri, a “Edpuzzle” o “Padlet”. Se l’ottica è quella di virare sulla gamification, per la maggiore vanno sicuramente “Wordwall” e “Kahoot!”. Quel che al momento manca, tornando al discorso piattaforma, è un hub nazionale. Risulta ancora ferma al palo, infatti, la piattaforma nazionale per la didattica a distanza che il Ministero aveva annunciato nel Piano Scuola di inizio anno. Ogni istituto sceglie la piattaforma su cui svolgere le lezioni.