Cinquecento euro per le famiglie e gara per la fibra nelle scuole

da Il Sole 24 Ore

di Carmine Fotina

Voucher per la connettività internet destinati alle famiglie meno abbienti. E gara pubblica per connettere le scuole ancora senza fibra ottica. Sono due gli interventi varati dal governo che possono servire a supportare la didattica a distanza. Azioni va detto che purtroppo arrivano con mesi di ritardo rispetto ai programmi iniziali. Se fossero stati introdotti rispettando la tabella di marcia, sarebbero stati sicuramente utili in questi mesi forzati di lezioni a singhiozzo.

Il bonus internet

Il 9 novembre è partita la campagna per riconoscere alle famiglie con Isee al di sotto di 20mila euro, fino a esaurimento del plafond complessivo di 204 milioni di euro, un contributo massimo di 500 euro come sconto sul prezzo degli abbonamenti alla banda ultralarga. I contratti, per connessioni con velocità pari almeno a 30 megabit/secondo, devono avere una durata almeno annuale. Il bonus deve necessariamente includere il contributo all’acquisto di un tablet o di un personal computer. Un punto, quest’ultimo, fin dall’inizio controverso visti i ricorsi presentati da Aires e Ancra, associazioni dei commercianti di elettrodomestici ed elettronica, che contestano la decisione di consentire solo ai gestori tlc di fornire i tablet o i pc integrandoli nel loro pacchetto commerciale.

Al voucher possono accedere le famiglie sprovviste di connessioni a internet o comunque dotate di un servizio al di sotto dei 30 mega. Alla data del 11 novembre, erano 11 gli operatori accreditati ed elencati sul sito di Infratel, la società in house del ministero dello Sviluppo che gestisce il Piano banda ultralarga. Va tuttavia considerato che in cinque regioni che ne hanno fatto richiesta, cioè Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Toscana, la misura è applicabile sono in alcuni comuni (l’elenco è disponibile sul sitowww.infratelitalia.it ).

A questo primo intervento, riservato alle famiglie a basso reddito, nella prima metà del prossimo anno ne seguirà un altro per voucher destinati alle famiglie con Isee fino a 50mila (tetto che potrebbe poi essere rivisto) e alle micro, piccole e medie imprese.

La connessione nelle scuole

Differente la logica del Piano Scuole, legata soprattutto a portare prestazioni ultraveloci in istituti dotati finora di connessione non adeguata alle nuove esigenze formative. Il progetto era stato ideato prima che scoppiasse l’epidemia di coronavirus e, laddove servono interventi di infrastrutturazione, per essere completato potrebbe richiedere tra due e tre anni. Quindi nei plessi che oggi sono totalmente scoperti, l’intervento ha un orizzonte temporale per forza slegato dall’attuale emergenza mentre potrà aiutare nel lungo periodo. Al contrario dove servirà solo potenziare la connettività i risultati potrebbero essere relativamente più brevi. Per inquadrare il contesto, Infratel aveva completato a fine luglio una mappatura delle scuole da cablare. Era emerso che il 67% delle scuole risulta già raggiunto dalla banda ultralarga o lo sarà nel prossimo triennio, inclusi i plessi attualmente oggetto dell’intervento di Open Fiber (la concessionaria per il piano di copertura delle zone a fallimento di mercato). Il 33% delle scuole non risulta ancora collegato in fibra ottica e, in assenza di un piano di interventi, non lo sarebbe neppure nei prossimi tre anni: in tutto 14.715 edifici.

Il 16 ottobre è stato lanciato il bando di gara che ha fissato al 23 novembre la scadenza di presentazione delle offerte da parte delle società interessate. L’intervento è destinato in totale a 32mila plessi scolastici di cui 14.700 totalmente scoperti dalla banda ultralarga e i rimanenti dotati di una connettività inferiore agli obiettivi. L’oggetto del bando, che prevede copertura in fibra ottica con la modalità fiber to the building/fiber to the home oppure reti basate sul sistema misto fixed wireless access, è la fornitura di connettività di almeno 1 gigabit al secondo in download e banda minima garantita pari a 100 megabit/secondo simmetrici, compresa la fornitura della rete di accesso e i servizi di gestione e manutenzione.

Una complicazione è sorta nel momento in cui 5 Regioni/Province autonome (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento) hanno deciso di attuare in modo autonomo il piano, con le proprie società in house, potendo poi successivamente accedere ai fondi pubblici previa rendicontazione delle spese. Tra il bando di gara e le risorse che andranno a queste 5 regioni in tutto il piano ha a disposizione 400 milioni. Alcuni degli interventi regionali sono però stati già avviati e questo comporta un’assunzione di rischio da parte delle amministrazioni se la procedura di notifica della misura da parte del ministero dello Sviluppo economico alla Commissione europea dovesse avere tempi particolarmente lunghi o dovesse far emergere criticità per il via libera definitivo.