Lettura immersiva e «team working» per una scuola più inclusiva

da Il Sole 24 Ore

di Stefania Paci

Venerdì 7 novembre, ore 8, una nuova giornata di Dad sta per iniziare. Insegno informatica all’Ite “E. Tosi” di Busto Arsizio. Come tante scuole siamo tornati a fare didattica a distanza e come tanti insegnanti, ogni giorno, cerco di trasformare «una emergenza in opportunità» per usare le parole della mia ex-preside Amanda Ferrario.

Mi siedo alla scrivania ed apro Microsoft Teams, l’applicazione di Microsoft Office365 che consente di portare la scuola online, di far collaborare studenti e docenti sulla “nuvola”. Non è l’unica piattaforma sul mercato, ce ne sono altre analoghe e ormai tutte le scuole si sono organizzate per utilizzarle: credo sia l’unica conseguenza positiva del Covid.

La prima call della giornata

Apro il calendario di Teams e clicco su Partecipa per entrare nella prima call di oggi con la classe 2AI. Vedo spuntare 30 faccine assonnate, chiedo: «Come state?». Sento rispondere: «Bene prof, e lei?». È una domanda retorica ma in questo momento sapere come stanno è, forse, più importante della lezione che sto per cominciare.

Faccio l’appello e inizia la lezione: parliamo di “Logica booleana”, ho già caricato nella sezione File del Team una presentazione che sarà sempre a loro disposizione: la apro, condivido il mio schermo e spiego alternando la mia voce ad immagini evocative. Se è vero che le persone ricordano il 10% di quello che leggono e il 50% di quello che sentono e vedono spero che servano per catalizzare l’attenzione dei ragazzi e per comprendere meglio i concetti. Dopo una decina di minuti, l’attenzione dei ragazzi decade e per questo propongo un’attività di gruppo che permetterà di applicare quello che ho spiegato e sviluppare delle competenze concrete. Dico: «Ragazzi entrate nei Canali di Teams e svolgete l’attività in gruppi». Grazie a Teams posso creare dei sotto-gruppi nella classe, in inglese si dicono Breakout rooms, e posso permettere ai ragazzi di svolgere esercizi, trovare soluzioni a problemi e confrontarsi. Io entro nelle call dei gruppi per aiutarli o per osservare come lavorano: il Team working è una delle competenze che dovrò valutare a fine anno.

Da una classe all’altra

L’ora è già passata, saluto tutti ed entro nella call di un’altra classe: la 4BI. Stiamo parlando di “Raccolta e analisi di dati”, i ragazzi avevano un compito da consegnare: un sondaggio con Microsoft Forms su come gli adolescenti trascorrono il loro tempo. La piattaforma mi permette di vedere chi ha consegnato il compito e di valutarlo. Invito uno studente, magari il più distratto, a condividere lo schermo ed aprire i dati del proprio sondaggio in Excel: insieme usiamo grafici, funzioni, analizziamo il nesso che esiste fra le varie risposte e cerchiamo di derivarne informazioni e conoscenza.

«Prof. è intervallo!», una delle cose che ci mancano è la campanella liberatoria della ricreazione. Mi faccio un caffè poi entro nella call successiva: la 4AI. Abbiamo visto i giorni scorsi come si progetta un database e prima di procedere ho bisogno di capire cosa ricordano i ragazzi. Ho preparato un gioco interattivo con Kahoot.com, lo propongo ed in tempo reale vedo il feedback delle loro risposte; questo mi serve per chiarire concetti, ripetere definizioni ed essere certa di quale sia il loro livello di apprendimento. Comunico che a breve ci sarà una verifica: sarà una prova semi-strutturata e spiego che il voto finale sarà determinato da quella prova e dalla valutazione delle tante domande flash che ho fatto negli ultimi giorni sull’argomento: si chiama “valutazione diffusa” ed è fondamentale per accertare in ogni momento che i ragazzi siano “sul pezzo” e seguano anche a distanza.

Lezione successiva, 5BS, chiedo a uno studente di condividere il proprio schermo e di mostrare gli esercizi assegnati in Microsoft OneNote: il blocco appunti digitale della classe. Correggiamo l’esercizio, uno schema E/R, e tutti possono vedere e controllare il proprio. Salveremo quella pagina nella sezione Collaboration Space così sarà accessibile a tutti anche al termine della lezione, sarà come portare a casa la “lavagna” della scuola. Per sottolineare il valore inclusivo di OneNote, a inizio anno, ho mostrato ai ragazzi lo strumento di Lettura immersiva che permette di essere facilitati nella lettura dei testi, spero sia utile a qualcuno.

L’ultima ora

Siamo all’ultima ora in 3AS. Questa settimana portiamo avanti un argomento di Educazione civica “Valorizzazione del patrimonio culturale”, propongo un brainstorming per capire quali sono, secondo gli studenti, le tecnologie che permettono di valorizzare l’arte. Apro una lavagna in Microsoft Whiteboard ed invito tutti ad aggiungere una nota per suggerire la loro risposta. Insieme guardiamo le note aggiungersi alla lavagna e decidiamo che la realtà virtuale è la tecnologia più votata: invierò ai ragazzi un tutorial per imparate ad usare https://arvr.google.com/tourcreator/ uno strumento per creare Tour Virtuali poi, in classe, dovranno creare un tour virtuale tra i monumenti della città di Busto Arsizio. Questa metodologia, detta Flipped classroom, prevede una fase di apprendimento autonomo dei ragazzi a casa e una fase produttiva e collaborativa a scuola con il supporto del docente: a volte funziona davvero bene ed evita noia e pesantezza delle lezioni. L’ultima ora è terminata, ma so che non è terminata la mia giornata di lavoro: dovrò pensare alle cose da fare domani, dovrò trovare il modo di coinvolgere ancora i miei studenti altrimenti la didattica a distanza rischia di diventare davvero troppo “distante”!