Conte sonda la maggioranza sul possibile rientro a scuola il 14 dicembre per le superiori

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il premier Conte vorrebbe riaprire le scuole superiori a metà mese e sonda le reazioni dei partiti della maggioranza. Intanto, nell’eterno dilemma italiano sull’apertura delle scuole ai tempi del Coronavirus, le linee guida della Commissione europea, preparate in vista delle festività natalizie, offrono qualche prezioso suggerimento. In una bozza di cui l’Ansa ha preso visione, e che potrebbe tuttavia cambiare fino all’adozione del documento definitivo nel collegio dei commissari che si riunirà domani, Bruxelles consiglia di valutare di «allungare le vacanze» o di ricorrere «alla didattica a distanza» per creare «periodi cuscinetto» e scongiurare il diffondersi del virus negli istituti.

Intanto, il premier Conte ha detto che «per dare un segnale», i ragazzi delle superiori potrebbero tornare in aula il prossimo 14 dicembre. È l’ipotesi su cui il presidente del Consiglio avrebbe sondato i capigruppo di maggioranza, ieri, nel corso della riunione sul prossimo Dpcm. Conte avrebbe precisato che l’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Cts: si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese. Le reazioni sarebbero state contrastanti: Iv avrebbe confermato la sua posizione favorevole ma altri partiti si sarebbero espressi contro.

«In questo caso – si raccomanda – sarà importante» che le autorità comunichino «la data del rientro a scuola con anticipo», chiedendo a educatori e famiglie con bambini di tornare a casa per tempo ed evitando così di trasformare la scuola in una fonte di contagio che potrebbe contribuire ad una terza ondata. Perché se è possibile che le prime dosi dei vaccini più promettenti, come quello Pfizer o Moderna, arrivino presto sul mercato, la realtà è che non saranno immediatamente disponibili per tutti ed occorre una «strategia ponte» per i difficili mesi a venire.

La raccomandazione è perciò insistere con mascherine protettive, distanziamento sociale e strette regole di igiene personale, evitando assembramenti, soprattutto nei luoghi chiusi. Abbassare la guardia sulle misure di contenimento anti-Covid potrebbe costare caro, avvertono dall’esecutivo comunitario.

Una pubblicazione del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie, elaborata con modelli matematici sulla base dell’attuale situazione epidemiologica, dimostra infatti che se i governi revocassero le restrizioni il 7 dicembre, la curva dei ricoveri tornerebbe a salire già il 24 dicembre. Se invece si attendesse fino al 21 dicembre, i nuovi picchi si vedrebbero a inizio gennaio. Per questo anche le riunioni in famiglia, che tradizionalmente si radunano attorno al tavolo di Natale, dovranno continuare ad essere limitate.

Quanto alle “cerimonie religiose” sarebbe opportuno evitare messe affollate, restando piuttosto a casa con i propri cari per seguire le funzioni dalla tv, dalla radio o online. E in ogni caso evitando di cantare, perché «l’uso della mascherina – si sottolinea – è particolarmente importante in queste occasioni». Il coprifuoco nelle ore notturne dovrebbe essere mantenuto, con un conseguente addio ai tradizionali cenoni danzanti di capodanno. E quanti vorranno mettersi in viaggio dovrebbero essere incoraggiati ad auto-isolarsi per una settimana prima di riprendere i contatti sociali, a far uso delle app per i tracciamenti e a vaccinarsi contro l’influenza stagionale, anche perché il viaggio «costituisce un rischio di per sé» dato l’alto numero di occasioni di esposizione al virus. Sulla stagione sciistica invece Bruxelles non si pronuncia. Ma la Commissione raccomanda di «valutare attentamente un approccio comune basato su coordinamento, coerenza e prove scientifiche». E al termine delle 16 pagine di documento conclude: «Sarà una fine dell’anno diversa. Conterà il contributo di tutti».