Per i presidi anche nella scuola serve un middle management. Turi (Uil Scuola): ‘Non è così che si fa vera scuola’

da Tuttoscuola

L’associazione nazionale presidi rilancia l’idea di avere un “middle management” anche per la scuola. E la ministra Lucia Azzolina si dichiara pronta a discuterne. È proprio questo uno dei temi emersi durante il convegno annuale dell’Anp. In disaccordo Pino Turi, segretario Uil Scuola: “Se il futuro della professione docente si riduce ad una misurazione del reddito, e magari per allargare qualche posto si introduce il middle management, significa che di scuola e di rivoluzione culturale dobbiamo parlarne e molto. Non è aumentando la burocrazia nella scuola e gerarchizzando la funzione docente che si fa vera scuola”.

“Serve forse una seria campagna comunicativa, il presidente dell’Anp Antonello Giannelli ha ragione”, ha detto Azzolina nel corso del convegno dell’Anp. “Il coronavirus – ha spiegato la Ministra – in qualche modo ci ha aiutato, ha permesso di investire, ha fatto sì che tutti comprendessero l’importanza della scuola, ha fatto sì che il paese si risvegliasse dal torpore. Ora bisogna andare oltre – ha aggiunto -. Continuerò ad essere vicina non solo ai dirigenti e la a tutto il mondo della scuola: voglio lasciare qualcosa di bello. Credo fermamente nella scuola in cui credo fermamente”.

La ministra Azzolina ha quindi ripreso il concetto del middle management nella scuola espresso da Giannelli: “Oggi un ragazzo di 24-25 anni, pronto a spaccare il mondo, o fa il docente o fa il dirigente e rischia alla fine di fare altre scelte; bisogna con i sindacati iniziare a pensare che futuro vogliamo dare questa professione”.

Giannelli ha proseguito: “La condizione del preside è connotata dalla solitudine ma dobbiamo lavorare per una inversione di rotta. Si deve professare e attuare una leadership diffusa che serve nelle situazioni ordinarie e straordinarie. Un bravo dirigente fa scoprire gli obiettivi e aiuta a realizzarli, l’idea della barca è adatta, navighiamo tutti insieme nelle stessa direzione”.

“Pensare in questo modo significa tornare al modello della Legge 107, dove la scuola era pensata come una brutta copia di un ufficio pubblico che eroga servizi a domanda individualizzata ora anche on line. A cosa pensiamo?  Ad una sorta di New Amazon formativo?”, ha invece commentato Turi.

“La comunità educante ha bisogno di una leadership diffusa, che essa stessa dovrà riconoscere. Non può essere imposta.
La scuola deve essere – e restare sempre – palestra di libertà e di insegnamento critico. La memoria di questi mesi difficili non va perduta. I nostri insegnanti non hanno mai ceduto, non hanno mollato mai. Ora è il Governo – ha detto il segretario Uil Scuola – che deve tenerli nella considerazione che meritano. Servono risposte politiche, più che amministrative, adeguate”.