Sciopero scuola: il disaccordo sull’accordo. Un limite di trasparenza

da Tuttoscuola

In data 2 dicembre 2020, dunque, è stato sottoscritto all’ARAN, dopo lunghi mesi di confronti e di attese, l’Accordo che sostituisce l’allegato al Ccnl 1998/2001 del 26 maggio 1999, attuando le disposizioni in materia di servizi pubblici essenziali da garantire in caso di sciopero contenute nella legge 12 giugno 1990, n. 146, come modificata e integrata dalla legge 11 aprile 2000, n. 83. Il nuovo Accordo, sollecitato dalla Commissione di Garanzia, uniforma le procedure per tutte le sezioni del comparto Scuola, Università, AFAM, enti di ricerca.

Diversi i toni dei commenti dei sindacati sottoscrittori.

Per la Cisl scuola poche le novità di rilievo, per l’Anief sottoscrizione a denti stretti, per lo Snals sventato l’attacco al diritto di sciopero.

Sul preaccordo l’Aran ha riportato una sintesi essenziale, ma la maggior parte dei sindacati ha preferito uscire con propri comunicati in cui hanno messo in evidenza gli aspetti ritenuti significativi. Lo ha fatto anche il Ministero dell’istruzione, che pur non è tra i soggetti firmatari. Viale Trastevere ha affermato tra l’altro, che “L’Accordo precisa i criteri generali per la definizione dei contingenti del personale docente, educativo e ATA necessari per assicurare il funzionamento dei servizi tutelati”.

Ma di contingenti del personale docente il comunicato dell’Aran non parla.

Inoltre nel comunicato del MI si precisa che “In caso di sciopero, i dirigenti scolastici inviteranno il personale a comunicare in forma scritta, anche via e-mail, entro il quarto giorno dalla proclamazione, la propria intenzione di aderire alla mobilitazione, di non aderirvi o di non aver ancora maturato una decisione al riguardo. La dichiarazione di adesione è irrevocabile e pertanto l’istituzione scolastica sarà in grado di comunicare alle famiglie, almeno cinque giorni prima dell’inizio dello sciopero, le principali informazioni e le percentuali di adesione nelle precedenti astensioni, l’elenco dei servizi che saranno comunque garantiti e di quelli di cui si prevede l’erogazione”.

Ma di questo obbligo da parte dei docenti l’Aran non parla, lasciando nell’incertezza chi legge.

Sul comunicato ministeriale l’Uil scuola ha espresso sorpresa e sconcerto, in quanto “Punti salienti dell’accordo siglato all’Aran trasformati da una chiave di lettura quantomeno disattenta o parziale”.

Come è successo durante gli incontri all’Aran quando venivano riportate soltanto le valutazioni di alcuni sindacati presenti senza mai conoscere esattamente il testo esatto della proposta, anche in questo momento conclusivo i commenti si sprecano intorno al convitato di pietra: il testo dell’intesa.

C’è un vulnus di trasparenza. Ancora una volta i diretti interessati all’intesa, un milione e più di persone tra docenti, dirigenti scolastici e Ata, che dovranno tradurre in azione le nuove misure per la garanzia dei servizi minimi in caso di sciopero, conosceranno il nuovo dispositivo soltanto quando sarà definitivo e intangibile.