Ritorno a scuola, le Regioni al lavoro: si punta su trasporti, orari differenziati e tamponi rapidi

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Le Regioni si stanno muovendo in vista della riapertura delle scuole. Si punta su trasporti, doppi turni e tamponi rapidi.

Potenziare i trasporti, organizzare gli ingressi scaglionati con orari differenziati per le scuole e adottare un sistema efficace e rapido di screening per la popolazione scolastica. Sono i pilastri su cui le Regioni stanno lavorando negli ultimi giorni per arrivare al 7 gennaio, giorno previsto per la riapertura delle scuole in presenza al 75% per le scuole secondarie di secondo grado.

Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente della Campania e coordinatore della Commissione Infrastrutture e trasporti della Conferenza delle Regioni, durante un’audizione in Commissione Istruzione del Senato nei giorni scorsi ha detto: “Occorre agire con decisione dal lato dell’offerta dei trasporti, con potenziamento dei servizi, e della domanda, con diversificazione degli orari d’ingresso alle scuole secondarie di secondo grado, ponendo fine ad una situazione non gestibile, che ha lasciato il tema orari nella discrezionalità dei singoli dirigenti scolastici. E’ chiaro che così non si programma niente, se non il caos“.

Sul ritorno a scuola bisogna fare presto, ha detto a Orizzonte scuola Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil: “A me sembra che non sia cambiato nulla rispetto a settembre. Non mi pare che siano stati effettuati interventi aggiuntivi per garantire la scuola in presenza. Non capisco poi cosa possa produrre nella realtà l’inserimento Prefetti. Bisogna agire ora. Ci sono problemi ai trasporti? Affrontiamoli. Dobbiamo fare i tamponi? Facciamoli. Non vorrei che il 7 gennaio diventi un’altra data slogan“.

L’Emilia Romagna decisa con incremento di trasporti e doppi turni

L’Emilia Romagna sta già spingendo per un ritorno in classe senza intoppi: la Regione ha 10 giorni di tempo per trovare un accordo con le scuole e le società di trasporto che permetterebbe la ripartenza in sicurezza. Tuttavia, se l’intesa non si trovasse in tutte le province dell’ Emilia-Romagna, la Regione è pronta a imporre una soluzione di forza con una ordinanza del presidente Stefano Bonaccini. “E’ nelle facoltà del presidente della Regione con propria ordinanza fare in modo che sia rispettato non solo il 50% di capienza sugli autobus, ma anche almeno il 75% di didattica in presenza, e noi questo lo assicureremo certamente”, spiega a Il Resto del Carlino il sottosegretario alla presidenza della Regione, Davide Baruffi.

Al momento, “c’è la possibilità di estendere la flotta di circa 70-80 autobus rispetto alla dotazione aggiuntiva già assicurata di 350 mezzi rispetto al piano iniziale, un potenziamento consistente per avvicinare al massimo l’obiettivo fissato dal Dpcm, ma che presuppone in ogni caso – sottolinea il sottosegretario – uno sforzo organizzativo non meno importante da parte delle scuole“.

Piemonte: screening di massa

Anche in Piemonte si predispone un piano ancora da mettere a fuoco: il Governo prevede i doppi turni per continuare le lezioni tutti in presenza. Soluzione però non gradita al momento ai dirigenti scolastici, che ritengono il doppio turno, con alcune classi che iniziano alle 8 e altre alle 10, non gestibile a parità di personale: “Abbiamo illustrato i nostri indirizzi e il piano — conferma l’assessore ai Trasporti, Marco Gabusi — Non dobbiamo convincere nessuno, noi facciamo una proposta per riportare tutti a scuola, se non sarà accolto si dovrà prenderne atto”.

L’altra idea del Piemonte è quella di valutare lo screening di massa di docenti e allievi prima di far tornare in classe i quasi 300mila studenti piemontesi: “Stiamo valutando di fare uno screening per tutto il mondo della scuola, un tampone rapido per ritornare in aula con la certezza e capire qual è il livello di contagio”, dice Gianfranco Zulian.

Veneto: servono 802 bus

In Veneto la preoccupazione maggiore è per quanto riguarda i trasporti. E infatti il monitoraggio della Regione Veneto riferisce che, per consentire il rientro a scuola del 75% degli studenti, 160 mila su 213 mila, usando il 50% della capienza dei mezzi di trasporto, c’è bisogno di almeno altri 802 bus, dei quali 771 messi a disposizione dai privati.