Dati ISTAT scuola e disabilità

Dati ISTAT scuola e disabilità: inclusione o esclusione? Esiti e prospettive

Disabili.com del 18/12/2020

La fotografia dell’ISTAT ancora una volta mostra luci ed ombre sull’inclusione. Molti alunni esclusi dalla didattica a distanza

Il 9 dicembre scorso è stato pubblicato il consueto Report dell’ISTAT sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, con riferimento all’anno scolastico 2019/20. Di esso ci siamo occupati già nei giorni scorsi, evidenziando i dati riguardanti numerosi aspetti, dal numero degli alunni con disabilità a quello dei docenti di sostegno, dalle percentuali di partecipazione alle barriere architettoniche ecc.

Molti di questi dati non differiscono in maniera significativa dalle rilevazioni degli anni precedenti, ma vi è un dato, in particolare, che appare di grande gravità: il 23% degli alunni con disabilità, tra marzo e giugno scorso, non ha partecipato alle lezioni con didattica a distanza. Naturalmente, è doveroso ricordare, a marzo scorso la scuola ed il Paese intero non erano preparati ad affrontare una situazione del tutto nuova, forse solo lontanamente prevedibile e in ogni caso mai esperita. In poche settimane la scuola ha cercato di reinventarsi, di esplorare possibilità nuove e varie, talvolta fantasiose, per raggiungere gli alunni, pur nella difficoltà della debolezza delle reti, che talvolta ha portato pure i docenti addirittura a lavorare usando whatsapp, possibilità immediata, ormai presente in tutte le case, in ogni telefono, al contrario di computer, tablet o adsl. Erano i giorni dell’improvvisazione, della ricerca di un contatto, anche solo per dire che siamo ancora qui e che bisogna andare avanti. 
Nel corso dei mesi questo giovane sistema ha iniziato a progredire, a crescere, ad utilizzare strumenti e possibilità più importanti. Le scuole hanno cercato di raggiungere gli alunni distribuendo strumenti in comodato, i colossi delle reti hanno pure collaborato liberando giga, in qualche modo consentendo a chi aveva difficoltà di accedere a questo nuovo mondo fatto di relazioni totalmente virtuali. Così procedendo, la scuola a settembre si è trovata più pronta ad affrontare eventuali nuove distanze, si è formata, ha adottato piattaforme, ha regolato il loro uso, il loro tempo, le modalità. Eppure, in primavera e, verosimilmente anche adesso, alcuni alunni hanno incontrato e stanno incontrando particolari difficolta e, in primo luogo, gli alunni con disabilità, perché necessitano si supporti, di strumenti, di ausili, di presenza. E non sempre ci sono.

Secondo il report dell’ISTAT le motivazioni di questa percentuale alta di assenza dalla dad sono da ricondurre in primo luogo alla gravità della disabilità, ma anche alla mancanza di collaborazione dei genitori, evidentemente e necessariamente impegnati durante il giorno nelle attività lavorative. Non manca chi ha dato le dimissioni, chi ha chiesto periodi di aspettativa, chi è ricorso ad ogni giorno di ferie e di permesso per poter seguire i figli nelle lezioni a distanza. Molte volte le assenze sono state riconducibili, secondo il report, anche alla condizione di svantaggio socioeconomico e questa situazione riguarda non solo gli alunni con disabilità. A volte la difficoltà è superabile, ad esempio col già citato comodato d’uso, altre volte no, se essa è riconducibile alla mancanza di competenze di base nell’uso delle tecnologie informatiche negli adulti. Qualche volta il problema è la mancanza di un ausilio necessario, altre volte a qualche inadempienza da parte della scuola. Resta il fatto che quasi un alunno con disabilità ogni quattro, nella primavera scorsa, non ha avuto accesso alla didattica a distanza. 

Il report dell’ISTAT ha riportato pure la constante crescita del numero degli alunni con disabilità o altri BES e, con essa, anche di quello dei docenti di sostegno, molti dei quali ancora oggi non sono formati. Ci ha informato in merito al persistere delle barriere architettoniche e sensoriali, della carenza di assistenti. Ci saremmo potuti soffermare anche su questo, per concludere ancora una volta che niente vi è di nuovo sotto il sole. 

Invece, purtroppo, abbiamo dovuto constatare che qualche di nuovo c’è e non è buono, perché quella percentuale così alta di alunni che non hanno potuto accedere al diritto allo studio per tanti mesi, che forse non riescono neppure mentre scriviamo, è una grande sconfitta per tutti noi, per lo stato di diritto. 

Il report dell’Istat ci racconta oggi una realtà in cui al centro non è l’inclusione, quanto, piuttosto, l’esclusione. Se a questo aggiungiamo le tante realtà scolastiche in cui in questi giorni sono presenti solo alunni con disabilità e solo docenti di sostegno, non possiamo purtroppo che constatare come la contingenza abbia portato all’emergente di una preoccupante deriva reazionaria che non può non destare preoccupazione.   

di Tina Naccarato