Scuola, le Regioni si smarcano sulla riapertura

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

La scaramuccia a Napoli, finita a colpi di ombrello, fra genitori pro e contro la Dad, è un pò l’immagine del clima di tensione che, purtroppo, sta circondando la scuola. E, di ora in ora, si fa sempre più nutrito il gruppo di regioni che si smarca dalle decisioni del governo di far ripartire le superiori in presenza al 50% da lunedì 11 gennaio: ieri si è aggiunta la Lombardia, che ha annunciato la scelta di proseguire al 100% con le lezioni on line fino al 24 gennaio. Seguendo così la decina di territori, dal Veneto alla Calabria, che hanno già deciso di prolungare lo stop delle lezioni in presenza, in alcuni casi fino al 31 gennaio. E in attesa dei nuovi colori previsti dal governo: nelle eventuali nuove zone rosse si resterà da remoto (e andranno on line anche seconda e terza media).

Una via per proteggere dai focolai l’anno scolastico può essere il vaccino per il Covid-19, secondo alcuni governatori che hanno sollecitato l’esecutivo a inserire il personale scolastico almeno nella fase 2 della campagna sanitaria, rivolta da febbraio agli over 80. A chiederlo espressamente ieri è stato il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio; ma a spingere sono anche le Marche, sulla falsariga dell’idea avanzata nei giorni scorsi dal leader di Iv, Matteo Renzi e condivisa dall’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini (Fi). Parliamo di circa un milione di persone, tra docenti, presidi e personale tecnico-amministrativo, con età media piuttosto alta; e che a un sondaggio Inapp (si veda Sole24ore di ieri) ha in massa espresso l’opinione di non voler riprendere le lezioni in presenza fino al termine dell’emergenza coranavirus. Anche per l’epidemiologo e assessore alla Sanità della regione Puglia, Pierluigi Lopalco, «vaccinare il personale della scuola in estate avrà poco senso, visto che i risultati si avrebbero nell’anno scolastico 2021-22 quando, si spera, le ondate pandemiche saranno solo un brutto ricordo».

Ieri intanto circa 5 milioni di alunni sono tornati a lezione dopo le vacanze natalizie nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie di quasi tutto il Paese. Il 7 gennaio hanno ripreso anche le superiori, ma da remoto. Il 50% dovrebbe rientrare in presenza da lunedì, ma, come detto, sono ormai la maggioranza le regioni che hanno spostato in avanti l’avvio delle attività didattiche in classe, un pò per i timori sanitari, un pò per il disaccordo con la linea, altalenante, del governo. Nel nuovo Dpcm annunciato dall’esecutivo un altro nodo dovrà essere chiarito: se a metà gennaio si potrà tornare in presenza alle superiori al 75%, come attualmente previsto. Un traguardo che si annuncia però difficile visti i tanti nodi ancora irrisolti, dai trasporti agli scaglionamenti.

E mentre milioni di famiglie e studenti aspettano di capire come proseguirà l’anno, c’è già chi sta pensando al nuovo, quando il quadro sanitario, ci si augura, sarà migliore. Dal 4 gennaio sono infatti scattate le iscrizioni on line alle prime classi del nuovo anno 2021/2022. Alle ore 12 di ieri, ha fatto sapere il ministero dell’Istruzione, le domande completate e inoltrate sono state 309.410. In totale, sono poi più di 395mila le utenze che hanno fatto accesso al servizio. Accesso che nel 39% dei casi è avvenuto attraverso Spid. Il 63% di coloro che hanno utilizzato la piattaforma dedicata alle iscrizioni lo ha fatto via desktop, il 34% da smartphone, il 3% da tablet.