Scegliere (bene) la scuola per impostare il proprio futuro

da Il Sole 24 Ore

di Antonello Giannelli

La scelta della scuola secondaria di secondo grado è il primo passaggio in cui le ragazze e i ragazzi scommettono sul proprio futuro. Una scelta non definitiva e che può essere rimessa in discussione anche dopo il diploma. Tuttavia, è di sicuro un vantaggio riuscire già a individuare i tratti salienti delle proprie inclinazioni, gli ambiti che più appassionano e sui quali si è disponibili a dedicare impegno ed ore di studio. L’interesse e la passione dovrebbero essere il criterio guida di questa scelta, eppure influisce in modo determinante un altro fattore: il suggerimento della famiglia che spesso si sostituisce ad una volontà ancora non determinata dei ragazzi. Nulla di sbagliato in questo. A volte, però, tale suggerimento interviene seguendo preconcetti e stereotipi diffusi dai quali, talvolta, non sono esenti neppure i docenti quando esprimono i loro suggerimenti orientativi al termine della scuola secondaria di primo grado.

Succede, così, che le inclinazioni e le passioni passino in secondo piano e si finisca per indirizzare semplicisticamente ai licei le ragazze e i ragazzi che hanno i risultati di apprendimento migliori, riservando ai tecnici gli alunni con esiti inferiori quasi che siano scuole più semplici, cosa assolutamente lontana dalla realtà. Restano poi i professionali per chi ha conseguito un diploma con valutazioni intorno alla sufficienza. Per non dire dell’influenza sulla scelta che deriva dal contesto socio-economico di appartenenza della famiglia. Specularmente, poi, l’appetibilità delle scuole per i docenti segue un analogo criterio, non essendoci per la docenza alcuna distinzione possibile, in assenza di una vera carriera. Sono ritenuti di serie A i licei e dunque più ambiti e dotati di personale più stabile, poi di serie B i tecnici e C i professionali, per i quali il precariato è ormai una triste realtà.

Una tendenza perversa, questa, che va invertita con un corretto orientamento scolastico – inteso come promozione della conoscenza di sé, dei propri talenti e delle proprie inclinazioni – e con un cambio di rotta nella gestione del personale scolastico, con l’assegnazione alle scuole del compito di selezionare e garantire a ogni tipo di indirizzo i docenti adeguati. Esistono tanti ottimi esempi di scuole eccellenti sia tra i licei sia tra i tecnici e i professionali, ed è proprio su questi ultimi due tipi che dovremmo fare un forte investimento nei prossimi anni, per formare quelle competenze che saranno indispensabili per il rilancio del nostro Paese dopo questa emergenza.