Sinergia tra vecchia e nuova scuola così da rendere più soft il cambio

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da Il Sole 24 Ore

di Carlo Scataglini

Nella scelta della scuola secondaria di secondo grado va prestata una particolare attenzione per tutti quegli alunni e quelle alunne che presentano difficoltà legate a disabilità e a bisogni educativi speciali. Non che i principi basilari che determinano la scelta siano diversi: per tutti gli studenti, infatti, vanno coniugati interessi, aspettative, attitudini e risorse dei ragazzi e delle ragazze con le caratteristiche proprie di ciascun indirizzo scolastico. È importante, nello stesso tempo, evitare di commettere alcuni possibili errori con il rischio di effettuare una scelta influenzata dalla scarsa fiducia, sia nelle possibilità di riuscita degli studenti che in quelle educative e inclusive dell’istituzione scolastica.

Va ricordato, tuttavia, che non è corretto generalizzare perché ogni situazione è assolutamente diversa da tutte le altre. Innanzitutto va fatta una distinzione tra disturbi specifici di apprendimento, come ad esempio la dislessia, per i quali non sono previste attività di sostegno ma viene attivato un Piano didattico personalizzato (Pdp), e situazioni di disabilità, per le quali sono invece previste attività di sostegno e un Piano educativo individualizzato (Pei) che molto spesso interessa la maggior parte degli ambiti didattici e disciplinari.
Per quanto riguarda i disturbi specifici di apprendimento è bene precisare che gli studenti e le studentesse continueranno anche nelle scuole secondarie di secondo grado a beneficiare di adeguati interventi didattici e delle opportune attività dispensative e compensative all’interno di Pdp redatti annualmente. Per le situazioni di disabilità verranno invece assegnate le necessarie ore di sostegno e verrà altresì redatto un Pei per ogni anno scolastico. Per la scelta del tipo di scuola relativa agli alunni e alle alunne con disabilità possono essere utili alcune semplici indicazioni per evitare errori ricorrenti.

Scegliere senza pregiudizi

Non bisogna credere che esistano scuole “consigliabili” e scuole da considerare invece “controindicate” per gli alunni con disabilità. Sembra un’ovvietà questa, eppure basta guardare gli istituti professionali o i licei di molte città per verificare che in alcuni di essi sono presenti molti alunni con disabilità mentre in altri non ve n’è traccia. In ogni scuola è previsto un sostegno didattico e viene costruito un percorso individualizzato, per cui la scelta va fatta in base a quelli che sono gli interessi, i desideri, le attitudini e le risorse di ciascuno studente, con una particolare attenzione ai repertori di maggiore sviluppo. È importante, infatti, basarsi nella scelta sulle abilità che possono essere maggiormente sviluppate e non sulle difficoltà o le carenze individuali che si pensa possano impedire la frequenza di una determinata scuola.

Scegliere insieme

L’autodeterminazione è un aspetto fondamentale nella crescita di ciascuno, oltre che un diritto inalienabile della persona. Ciascun alunno con disabilità va coinvolto nella decisione e va ascoltato una volta che gli siano state fornite tutte le informazioni e le occasioni di contatto diretto con le varie possibili realtà scolastiche future.

Scegliere la scuola, non il prof

La scelta va fatta in base al tipo di scuola e alle sue caratteristiche, non in base agli insegnanti di sostegno che ci lavorano. È ovviamente importante conoscere quale sarà l’insegnante specializzato che seguirà il percorso didattico del proprio figlio, ma occorre ricordare bene che è solo una delle componenti di sostegno e che la presa in carico educativa è di tutto il consiglio di classe. Per questo è bene scegliere una scuola con una buona organizzazione didattica inclusiva in cui ciascun insegnante, sia disciplinare che di sostegno, collabori nella stesura, nell’attuazione e nella verifica del Pei e di tutte le azioni in esso previste.

Scegliere guardando lontano

La scelta della scuola secondaria di secondo grado non deve essere condizionata da esigenze contingenti e di corto respiro. Piuttosto essa deve essere rivolta a una prospettiva di vita. Il punto di riferimento, quindi, non è solo il Pei annuale, ma deve essere piuttosto il progetto di vita, legato a possibilità di sviluppo che guardino verso un orizzonte più ampio e rivolto anche ai futuri ambiti sociali, occupazionali e lavorativi.

Scegliere e accompagnare il passaggio di scuola

Un errore frequente è quello di convogliare tutte le proprie energie e le proprie attenzioni al momento della scelta della scuola, trascurando poi il periodo che precede il reale ingresso nel secondo grado. È sicuramente opportuno, invece, non sprecare i sei mesi che si hanno davanti e accompagnare l’inserimento alle superiori già durante l’anno scolastico in corso. Vanno create occasioni di incontro tra genitori e futuri insegnanti e vanno programmati e realizzati frequenti contatti operativi nei quali lo studente con disabilità possa familiarizzare con gli alunni che già frequentano la nuova scuola e con i suoi futuri insegnanti, oltre che con gli spazi e le attività che caratterizzano il corso di studi. Si consiglia quindi di organizzare, attraverso convenzioni tra i due istituti scolastici, dei brevi percorsi didattici comuni tra primo e secondo grado, in modo che il passaggio avvenga in modo naturale e favorisca un atteggiamento di positiva apertura verso la futura esperienza scolastica.