Ritorno a scuola: per 4 studenti su 5 va bene prolungare le chiusure, ma preoccupano i danni che potrebbe causare la DaD

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da Tuttoscuola

La scelta, fatta da quasi tutte le regioni, di posticipare ulteriormente la riapertura delle scuole superiori dopo la sosta natalizia è una decisione che non ha spiazzato più di tanto gli studenti. E che, soprattutto, sta trovando un largo consenso nella comunità scolastica di riferimento. Infatti, secondo un sondaggio effettuato da Skuola.net su 5mila alunni di licei, istituti tecnici e professionali – all’indomani della ripresa, praticamente ovunque in Dad, delle lezioni – più di 4 ragazzi su 5, già nelle scorse settimane, avevano capito che il ritorno in presenza sarebbe slittato e si erano preparati psicologicamente a proseguire con le lezioni online. E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare guardando la Tv o leggendo i giornali, la stragrande maggioranza non ha accolto negativamente la notizia ma appoggia il prolungamento delle chiusure: a dirsi a favore è addirittura il 78%.

Forse per questo quasi 3 su 5 esternano il proprio disaccordo per le proteste messe in scena dai propri coetanei nelle ultime ore. Un altro terzo (32%), pur riconoscendo la validità del dissenso, si è attenuto alle regole e ha fatto regolarmente scuola. Così alla fine, tra gli studenti intervistati, a partecipare a qualche forma di manifestazione è stato appena 1 su 10, scendendo in piazza (pochissimi) o evitando di connettersi alla prima giornata di lezioni online del 2021 (i più). Il ‘nemico’ numero uno da combattere, per loro, si chiama Didattica a distanza: tra chi non ha digerito l’ulteriore rinvio, la maggior parte (46%) ne ha abbastanza di tutti i problemi legati alle lezioni via web (difficoltà di connessione, distrazione sempre in agguato, preparazione a singhiozzo).

Le motivazioni che, al contrario, portano una fascia così ampia di ragazzi a schierarsi dalla parte dei governatori? Ruotano quasi tutte attorno al rischio di una nuova impennata di contagi, che spaventa non poco anche i più giovani. Per questo, per 1 su 2, è stato giusto non tornare in classe in quanto il quadro sanitario attuale non consente una ripresa serena delle attività in presenza. Un altro 27%, invece, “denuncia” il perdurante affollamento dei mezzi pubblici che, nonostante tutto, impedisce ancora oggi di mantenere il distanziamento a bordo. Mentre per 1 su 5 si può continuare con la scuola da casa perché la Dad, nel proprio caso, sta dimostrando di essere una valida alternativa.

Ciò non vuol dire che gli studenti non si interroghino sulle conseguenze che potrebbe avere un altro anno scolastico svolto prevalentemente da casa. Seppur con vari gradi di preoccupazione, circa 7 su 10 temono gli strascichi di una situazione del genere. La platea si divide equamente tra chi pensa che un eccessivo prolungamento della Dad avrà degli effetti negativi sul rendimento scolastico, tra chi già intravede ostacoli in più sul cammino verso il futuro lavorativo e tra chi chiama in ballo la sua tenuta psico-fisica (messa a dura prova dalle scarse occasioni di socialità). Un po’ di meno sono quelli che si rammaricano per non aver sin qui costruito un rapporto ‘dal vivo’ con i proprio compagni di classe.

Sensazioni, le loro, rafforzate dal fatto di non vedere tanti spazi di sereno all’orizzonte: il 37% prevede il suo ritorno sui banchi come minimo alla fine dell’inverno, il 34% è addirittura convinto che pure quest’anno scolastico si concluderà in Dad, solo il 29% è fiducioso e crede che già a febbraio ci saranno le condizioni per tornare.