Corsi recupero e tamponi nei ristori alla scuola

da Il Sole 24 Ore

Con oltre 2 milioni di studenti delle superiori costretti da tre mesi davanti a uno schermo per seguire le lezioni online e la morsa del virus che in 17 regioni rende il loro rientro in classe ancora incerto è il momento di pensare a un piano di «ristori formativi». Ne è convinta la ministra Lucia Azzolina che vuole includere anche il mondo della scuola nel nuovo giro di indennizzi all’orizzonte. Dei 25-30 miliardi attesi dal prossimo scostamento di bilancio (su cui si veda altro articolo a pagina 3) sono almeno 250 milioni quelli che potrebbero finire a viale Trastevere. Per fare sostanzialmente tre cose: prevedere corsi di recupero per gli apprendimenti persi a causa di troppa Dad; istituire la corsia preferenziale per i tamponi agli studenti e ai docenti citata dall’intesa pre-natalizia con i governatori; incrementare il supporto psicologico ai ragazzi provati dall’emergenza-Covid.

A dare l’annuncio è stata la stessa esponente pentastellata ai microfoni di “Uno Mattina”: «Non credo si possa pensare di recuperare d’estate: bisogna recuperare oggi», ha detto. Aggiungendo di voler chiedere «ristori formativi per fare apprendimenti potenziati anche nel pomeriggio, per fare educazione all’affettività e incrementare l’aiuto psicologico: ora bisogna intervenire non di certo in estate». Destinatari privilegiati i ragazzi delle superiori. Accanto a un piano di contrasto alla dispersione scolastica resa ancora più elevata dall’emergenza sanitaria, la titolare dell’Istruzione punta ad avviare quanto prima i corsi integrativi per recuperare i gap formativi dovuti al prolungato ricorso alla didattica a distanza. È da novembre che, se si eccettuano i 200mila di Toscana, Abruzzo, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano dove l’attività didattica in presenza è ripresa al 50%, gli studenti del secondo ciclo sono confinati nelle loro case. Ma un intervento analogo è atteso anche per gli alunni di medie e superiori che già hanno ottenuto, con il decreto ristori “quattro in uno” convertito in legge prima di Natale, una mini-dote di 5 milioni grazie alla quale 1.500 istituti potranno avviare tre moduli da 25 ore con cui rafforzare le competenze traballanti in italiano, matematica e inglese.

L’idea di un piano ristori per la scuola trova d’accordo i dirigenti scolastici. Con il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che suggerisce di «effettuare una rilevazione scientifica su quelle che sono le lacune che si stanno creando nella preparazione dei nostri ragazzi», magari utilizzando i test Invalsi «calibrati nel modo giusto». Più tiepidi invece i sindacati.Con Maddalena Gissi (Cisl Scuola) che auspica «proposte concrete» anziché astratte e Pino Turi (Uil) che punta il dito contro l’atto di indirizzo della ministra colpevole di aprire alla domanda e al mercato.

In realtà il pacchetto di aiuti destinato a confluire nel Dl Ristori-5 si annuncia più ampio. E, nelle intenzioni di Azzolina, dovrebbe passare anche dal rafforzamento del supporto psicologico a studenti e personale, dall’incremento delle dotazioni e delle opportunità per gli alunni con disabilità e dall’avvio della famosa corsia preferenziale sui tamponi così da ripristinare, almeno all’interno delle scuole, un servizio di contact tracing efficiente. E, se possibile, più rapido del recente passato.

Tutto ciò in attesa della maxi-partita contenuta nel Recovery Plan, che ha visto crescere la dote per la missione “Istruzione-Ricerca” fino a quasi 28,5 miliardi. Di questi circa una ventina dovrebbero riguardare da vicino il mondo della scuola. Ai 16,7 miliardi del sottogruppo «potenziamento delle competenze e diritto allo studio» in condominio con l’Università guidata da Gaetano Manfredi – in cui rientra un po’ di tutto: dagli asili nido al piano per le Stem con cui ridurre il gender gap a discapito delle donne; dal nuovo reclutamento dei prof alle loro prospettive di carriera se assumono attività di coordinamento o vanno a lavorare in aree disagiate; dalle borse di studio al potenziamento di Its e lauree professionalizzanti – vanno aggiunti i 7 miliardi per l’edilizia scolastica computati nell’altra missione «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici». Inclusi i 5 già a bilancio.