Concorso dirigenti, tutto a posto

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Salvo il concorso a preside che ha superato anche la ministra Lucia Azzolina. Con due sentenze gemelle, la 395 e 396 (si veda ItaliaOggi del 13 gennaio scorso) il Consiglio di stato ha capovolto le sentenze 6233 e 6235 del 2019, con le quali il Tar del Lazio aveva annullato l’ultimo concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Il Tar aveva addotto, a sostegno delle decisioni, il fatto che nella commissione del concorso vi fossero 3 componenti incompatibili. E per questo motivo aveva annullato il concorso. Di qui il ricorso in appello da parte del ministero dell’istruzione e un nutrito gruppo di vincitori del concorso ai quali la VI sezione del Consiglio di stato ha dato ragione, ma compensando le spese.

I giudici di palazzo Spada hanno stabilito che la presenza in commissione dei 3 componenti incompatibili fosse stata irrilevante. I membri contestati, infatti, si erano subito dimessi ed avevano partecipato solo alla riunione plenaria della commissione, formata da ben 100 componenti. In quella sede la commissione plenaria aveva approvato all’unanimità le griglie di valutazione predisposte dal comitato scientifico. Non potendo, peraltro, interferire circa il contenuto di tali griglie. Perché la materia non rientrava nella competenza della commissione. Il collegio, inoltre, ha ritenuto non provata l’incompatibilità dei commissari contestati e non ha ammesso la produzione in giudizio di ulteriori prove, anche documentali, adducendo il cosiddetto divieto dei nova: il divieto di introdurre nuovi elementi nel giudizio di appello rispetto a quello di I grado.

Il concorso a cui fanno riferimento le sentenze è quello indetto con il decreto dirigenziale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 novembre 2017. La selezione metteva in palio 2.425 posti poi aumentati fino a 2.900 e le domande che sono state presentate sono circa 40 mila. Attualmente sono stati nominati 2.492 nuovi dirigenti scolastici. La ministra Lucia Azzolina non risulta nell’elenco dei nominati. La normativa di settore prevede per i neonominati l’obbligo di rimanere per almeno 3 anni nella regione di prima assegnazione (si veda l’articolo 15 del bando di concorso).