Scuole, i governatori: Roma decida le regole, non può aprirle il Tar

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Tornano a casa gli studenti che avevano occupato le scuole; si attendono almeno due pronunciamenti del Tar in Veneto e Liguria sulle ordinanze dei governatori che avevano prolungato la chiusura delle superiori e non è ancora finito lo scontro tra governo e Regioni sulla scuola. Non fa chiarezza neppure il premier Giuseppe Conte quando dichiara: «Ci preoccupa la curva epidemiologica ma faremo di tutto, l’obiettivo è la didattica in presenza». I governatori chiedono al ministro della Salute Roberto Speranza una regola nazionale, un Dpcm sulla scuola che dia indicazioni su chiusure e riaperture, non sono soddisfatti del parere del Cts di domenica. Del resto negli ultimi giorni a decidere se si torna o no in classe sono stati i Tribunali amministrativi.

È Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e dell’Emilia-Romagna, a spiegare la decisione presa l’altra notte all’unanimità con i suoi colleghi: «C’è l’assoluta necessità di un chiarimento anche di natura normativa, che risolva questa situazione di incertezza che va a discapito di studenti, genitori e di chi nella scuola lavora».

«Il nostro interlocutore non è il Cts, ma resta il ministro», rincara il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha presentato una memoria al Tar contro i due ricorsi dei genitori per tornare in classe. Lui resta molto dubbioso sull’idea di riaprire in anticipo, come del resto il suo collega del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che attacca: «Vogliamo chiarezza, perché in mezzo a una pandemia non si possono fare giochetti squallidi».

Annuncia la riapertura per la settimana prossima invece il presidente della Liguria Giovanni Toti: «Se non ci sarà una sentenza del Tar, la Regione ragionerà sui numeri, che credo ci consentiranno nella settimana ventura di riaprire la didattica in presenza almeno al 50% nelle secondarie superiori». Ce l’ha anche lui con il governo: «Non è un tema di trasporti, come dice qualcuno a cui piace fare polemiche su Facebook, è un tema di buonsenso».

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha chiesto fondi per la scuola nel decreto Ristori in preparazione: 250 milioni per corsi di recupero per gli studenti; supporto psicologico e corsie preferenziali per i tamponi per gli studenti e il personale scolastico.