Diseguaglianze tra i banchi Un nuovo patto per i diritti

da la Repubblica

Chiara Saraceno

L’istruzione è lo strumento fondamentale per consentire lo sviluppo delle capacità e contrastare le disuguaglianze dovute all’origine sociale. Per questo è un diritto costituzionalmente garantito.

Eppure in Italia essa non è offerta non solo nella stessa qualità, ma neppure nella stessa quantità a tutte le bambine/i e adolescenti, a partire dai primi anni di vita. I nidi a finanziamento pubblico sono scarsi e distribuiti in modo fortemente differenziato a livello territoriale. Stanti i criteri di accesso, e i costi dei nidi privati, la larga maggioranza dei bambini che frequenta un nido ha genitori con buon livello di istruzione, reddito medio alto e madre occupata, anche se non ci sono abbastanza posti neppure per loro. Sono di fatto esclusi i bambini di famiglie in condizione più modesta, tanto più se vivono nel Mezzogiorno. La scuola dell’infanzia è frequentata da oltre il 90% dei bambini/e sopra i tre anni. Ma per un bambino su dieci essa è disponibile solo a tempo parziale, di nuovo con grandi differenze territoriali che svantaggiano i bambini che vivono nel Mezzogiorno. Le disuguaglianze proseguono nella scuola primaria, dove due terzi degli studenti non hanno il tempo pieno, cumulando un anno di scuola in meno rispetto ai loro coetanei che invece ne fruiscono.

Ancora una volta, questo svantaggio si concentra al Sud e nelle aree interne, là dove maggiore è la dispersione scolastica e la presenza di famiglie in condizione di disagio economico. Infine, solo il 13% degli studenti della secondaria di primo grado ha accesso al tempo prolungato. Al termine della scuola dell’obbligo, una parte significativa di bambine/i accumula così un grandissimo svantaggio educativo, a causa non solo delle circostanze familiari e sociali, ma delle stesse politiche pubbliche dell’istruzione. I due miliardi di spesa che, con la motivazione del calo demografico, le previsioni di bilancio per i prossimi anni pongono in riduzione dovrebbero invece essere usati per iniziare a ridurre queste disuguaglianze.

Rafforzamento dei diritti educativi e contrasto alle disuguaglianze sono i due obiettivi delle proposte delle 10 reti che raccolgono centinaia di associazioni professionali, civiche, di terzo settore, sindacati e convergono nella sovra-rete educAzioni: forte ampliamento dell’offerta di nidi a finanziamento pubblico e loro gratuità, a partire dalle aree più sguarnite; generalizzazione del tempo pieno (e del servizio mensa) nelle scuola dell’infanzia e primaria e, in modo flessibile, in quella secondaria di primo grado; promozione dovunque dei patti educativi territoriali per sostenere la scuola nel suo compito di contrasto alle disuguaglianze.