Maturità 2021, Azzolina punta sul maxiorale: “Lo chiedono gli studenti”. I presidi: “Si può fare uno scritto”

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

L’esame di Stato sarà probabilmente simile a quello dello scorso anno. Ci sarà però l’ammissione. Se Azzolina punta al maxiorale i presidi non si rassegnano e invitano a non escludere anche una prova scritta. Cosa accadrà però con la crisi di Governo?

Prende sempre più forma il prossimo esame di Stato: appare piuttosto probabile che si adotterà una formula simile a quella dello scorso anno, con un solo maxiorale e nessuna prova scritta.

Una differenza potrebbe essere quella del ripristino del giudizio di ammissione: non saranno tutti gli studenti ammessi in automatico all’esame di Stato. Invece, sarà confermata l’esclusione delle prove Invalsi e del PCTO come requisito di ammissione, come lo scorso anno.

“Nel giro di pochi giorni decideremo, daremo risposte agli studenti che hanno bisogno di certezze. La  decisione non sarà presa in solitudine, stiamo ascoltando tutti,  famiglie, sindacati, docenti e studenti. Loro vorrebbero un esame  serio ma che sia simile, se non uguale a quello dell’anno scorso. Questo è l’orientamento. Nelle prossime ore decideremo”, ha detto Lucia Azzolina nel corso del suo intervento ad Agorà del 25 gennaio.

Anche se appare improbabile un altro modello, sono sono pochi coloro i quali vedrebbero quest’anno l’aggiunta di una prova scritta, oltre all’orale. Come ad esempio Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Credo che rispetto all’anno scorso si possa pensare a un esame più consistente, più solido, con una verifica delle competenze più significativa di quella dell’anno scorso. Al momento è prematuro identificare un format, rischiamo di essere smentiti dai fatti, ma per il momento è ipotizzabile almeno una prova scritta oltre a quella orale”, ha detto Giannelli a Sky Tg 24.

Invece, secondo Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola, bisogna comunicare al più presto ai ragazzi che esame sarà: “Dobbiamo rispettare la difficoltà degli studenti. E soprattutto bisogna programmare sin da subito e dare la certezza di farlo. Se si aggiunge una prova si deve dire adesso. Non possiamo dire ai ragazzi a marzo o aprile che ci sarà un saggio. I ragazzi vanno rispettati”, ha spiegato la sindacalista nel corso di un’intervista a Orizzonte Scuola.

Ma in realtà proprio la tempistica della nuova ordinanza potrebbe anche cambiare: le dimissioni del premier Conte potrebbe portare con sé uno strascico non solo politico ma anche burocratico. La crisi dell’attuale Governo e la formazione del nuovo esecutivo, potranno incidere su quella tempistica di cui la segretaria Cisl Scuola Gissi faceva riferimento?