Salute mentale, progetti terapeutici individualizzati

Salute mentale, “progetti terapeutici individualizzati per una vita dignitosa”

Redattore Sociale del 26/01/2021

PALERMO. Linee guida per budget di salute con indicazioni per la elaborazione e la gestione dei Progetti Terapeutici Individualizzati (PTI) di presa in carico comunitaria per pazienti con grave patologia mentale e ripristino al più presto, dopo 10 mesi di fermo, delle visite per i familiari delle persone che sono dentro le Comunità Terapeutiche Assistite. Sono tra le principali richieste dell’associazione “Si può fare per il lavoro di comunità”. La realtà siciliana rappresenta gli interessi di migliaia di persone che hanno una patologia psichiatrica. All’associazione, nata il 30 giugno del 2019, aderiscono 30 realtà di tutta la Sicilia: associazioni di utenti e di familiari insieme a realtà del terzo settore no profit.
Il Budget di Salute è uno strumento integrato a sostegno del progetto terapeutico riabilitativo personalizzato di persone con disturbi mentali gravi. I beneficiari sono gli utenti in carico ai Dsm con situazioni socio-sanitarie complesse in atto o potenzialmente alti utilizzatori di risorse del sistema sanitario.
Intanto, la Consulta regionale delle associazioni di familiari e utenti della salute mentale, attivata da due mesi grazie alle sollecitazioni dell’associazione “Si può fare”, ha inviato un parere e delle osservazioni al Coordinamento regionale tecnico salute mentale dell’assessorato in merito all’applicazione delle linee guida per il budget di salute per l’operatività piena e concreta dei progetti terapeutici individualizzati. Non appena il Coordinamento valuterà queste osservazioni si confronterà con l’assessore Razza per capire in relazione alle linee guida come meglio fare applicare a tutte le Asp della Sicilia quando previsto dal Budget di salute.
“Alla luce dell’obiettivo alto che è il riconoscimento di una vita dignitosa per le persone con problemi di natura psichiatrica con l’applicazione piena dei progetti terapeutici individualizzati, ci aspettiamo che il Coordinamento regionale salute mentale tenga conto delle nostre osservazioni – afferma il dott. Gaetano Sgarlata presidente dell’associazione Si può fare -. Il progetto di vita per queste persone sarà finalmente un vestito su misura che l’Asp elaborerà insieme alle famiglie ed al terzo settore. Inoltre, dopo alcune specifiche sollecitazioni, in merito a parecchie criticità che erano presenti nella sua Asp, Siracusa, ha avviato il processo del budget di salute prima ancora delle linee guida. Adesso ci aspettiamo che non appena l’assessorato farà partire le linee guida anche tutte le altre provincie siciliane si adoperino in tal senso”.
“Un altro obiettivo che abbiamo raggiunto è stata pure la creazione di una cabina di regia tra l’assessorato alla sanità e alla famiglia per l’integrazione socio-sanitaria – continua il dott. Gaetano Sgarlata -. In particolare si dovrebbe affrontare il nodo centrale di chi deve pagare le prestazioni socio-sanitarie tra i comuni e le aziende sanitarie. L’intenzione è quella di capire sul piano delle regole in che termini stabilire un equilibrio di spesa a carico di enti locali e Asp”.
Restano altri aspetti ancora aperti che l’associazione “Si può fare” sta portando avanti e che non hanno trovato una risposta. “Ci aspettiamo che si affronti con competenza l’inadeguatezza delle piante organiche dei Dsm – aggiunge ancora Gaetano Sgarlata – perché i servizi di salute mentale stanno diventando purtroppo dei punti di erogazione di farmaci composti solo da medici ed infermieri. Nonostante, infatti, si preveda pure la presenza di equipe multidisciplinari con psicologi, assistenti sociali e terapeutici della riabilitazione, queste figure non sono ancora ritenute obbligatorie da parte delle aziende sanitarie. Allora è necessario ribadire l’importanza di queste figure professionali per il benessere complessivo della persona”.
“Spostando poi il tema alla pandemia, cosa altrettanto grave è che, ancora, dopo 10 mesi dal primo lockdown, le persone delle Cta non possono avere delle relazioni organizzate e protette con i loro familiari (ricevendo visite o andando a casa dei familiari) e svolgere le loro attività riabilitative. Nonostante le proteste, non avendo avuto ancora risposte, si possono immaginare le ricadute negative sulla salute delle persone con disabilità. In merito ad una nota del sottosegretario Sandra Zampa che ribadiva proprio l’importanza di favorire queste relazioni, segnaleremo questa grave inadempienza della Sicilia rispetto ad altre regioni italiane. L’ultimo tema è poi quello dell’apertura della vertenza sulla legge 68 del’99 che è quella dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica. Sebbene sia stata avviata e vinta una causa da un familiare (oggi nostro associato) di una persona con disabilità ancora l’Asp di Palermo non si è attivata nel merito. Prendendo atto di tutto ciò, in questo momento stiamo sviluppando un contenzioso”.

di Serena Termini