Erasmus, in sette anni mobilitati dall’Italia 242 mila studenti e 23 mila insegnanti

da la Repubblica

Corrado Zunino

Ci sono i dati del settennato Erasmus – scuola, università, educazione per gli adulti in Europa – e dicono che il successo non si ferma, anche se l’idea di far viaggiare gli studenti italiani è del 1987 e la  pandemia ha rallentato il Programma nel 2020. “L’idea è sempre forte e sui prossimi sette anni prevediamo nuovi investimenti”, dicono i gestori italiani dell’Indire.

Dal 2014 al 2020 l’Italia ha coinvolto 242.000 studenti, 4.300 istituti scolastici e 22.708 insegnanti.

progetti di mobilità – attraverso i quali sono stati inviati in Europa docenti e personale scolastico per esperienze di insegnamento, formazione e osservazione sul campo, sono stati 1.066 con un finanziamento complessivo di quasi 49 milioni di euro. Poi ci sono le buone pratiche di scambio tra scuole europee: qui i progetti autorizzati sono stati 4.275, di cui 608 coordinati da istituti italiani: 110 milioni di euro l’impegno finanziario. Altri 67 milioni sono stati utilizzati per partenariati più ampi.

In tempi di pandemia è stata sviluppata una piattaforma esistente dal 2005, eTwinning: mette in contatto insegnanti e scuole per sperimentare nuovi modi di fare didattica. Oggi collega 900 mila insegnanti di 43 Paesi. L’emergenza sanitaria ha fatto crescere il numero degli insegnanti partecipanti alle videocall: sono 91.600oltre il 10 per cento sul totale europeo.

In 34 anni di vita Erasmus ha permesso la mobilità per studio (o tirocinio) a 580 mila universitari. Solo nelle ultime sette stagioni ne sono partiti 242 mila, dato che ha permesso all’Italia di salire dalla quarta alla terza posizione (dopo Spagna e Francia) per studenti in mobilità per studio verso destinazioni europee. Se si guarda all’accoglienza, il nostro Paese è nuovamente al terzo posto, a un passo da Spagna e Francia, con oltre 162 mila studenti europei ospitati dal 2014 e una rarefazione nel 2020.

Gli istituti di Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto, Campania e Toscana hanno il volume più alto di studenti in mobilità Erasmus+. Per quanto riguarda l’università, prima è l’Alma Mater di Bologna, a seguire l’Università di Padova e la Sapienza di Roma, quindi l’Università di Torino, la Federico II di Napoli e la Statale di Milano.

Lo studente Erasmus italiano che ha scelto l’Europa come destinazione ha un’età media di 23 anni, che diventa di 25 per un tirocinante. Nel 59 per cento dei casi è una studentessa, valore che sale al 63 per cento quando lo scopo della mobilità è uno stage in azienda. Spagna, Francia, Germania e Portogallo sono i Paesi con i quali si effettuano più scambi per studio, con una permanenza media di sei mesi. Per i tirocini, nell’ordine, sono Spagna, Regno Unito, Germania e Francia.

Flaminio Galli, direttore dell’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire: “Il Programma ha dimostrato nel tempo tutta la sua straordinaria vitalità e l’effettiva utilità. Erasmus continua ad assolvere alla sua missione: aprire porte, creare collegamenti, arricchire le persone. Il futuro di Erasmus+ si prospetta solido, tra il 2021 e il 2027 è previsto un forte investimento nelle competenze dei cittadini europei e in particolare nelle loro conoscenze verdi e digitali”.