Draghi allunga i giorni di scuola

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Istruzione e ricerca saranno tra i pilastri dell’azione di governo a guida Mario Draghi. L’ex presidente della Bce, prima ancora di Bankitalia, lo ha fatto intendere chiaramente nel secondo giro di consultazioni di questa settimana per la formazione del nuovo governo. Indicativo era stato del resto il suo intervento di agosto 2020 al Meeting di Rimini, in cui parlando della necessità di fare debito buono per il Paese fece chiaro riferimento all’istruzione e a i giovani. Ora che si va delineando il programma di governo su cui acquisire la convergenza dei partiti, nel perimetro allargato alla Lega, cominciano a definirsi anche i mandati dei singoli ministri, nel mix, non ancora del tutto chiaro, tra tecnici e politici. Un quadro nel quale gli spazi per una riconferma della ministra uscente Lucia Azzolina, M5s, sembrano davvero essere improbabili.

Nelle consultazioni di ieri, nell’affermare la centralità della scuola, Draghi ha accennato alla necessità di rivedere il calendario scolastico e di assumere più docenti. Si delinea dunque un prolungamento delle lezioni scolastiche oltre i termini ad oggi previsti, che dovrebbe rispondere all’esigenza di recuperare i ritardi negli apprendimenti provocati dalla didattica a distanza e dunque dall’epidemia. Un’esigenza che trova una condivisione trasversale nel mondo politico oltre che tra gli esperti pedagogisti, che hanno in questi mesi evidenziato i rischi, anche psicologici, dell’isolamento dei giovani.

In tal senso, l’assunzione di nuovi docenti potrebbe servire a dare dal prossimo settembre quella stabilità e continuità nella didattica che è mancata anche in questi mesi contrassegnati dal Covid. Continuità didattica e stabilità del personale, un connubio che non pare sfuggire allo stesso Draghi che in occasione delle sue considerazioni finali da governatore della Banca d’Italia nel 2007 disse: «La mobilità (dei docenti, ndr) ha scarso legame con le esigenze educative».

Intanto impazza il toto-nomine: per viale Trastevere, spunta, da rumors di Palazzo, anche il nome di Maria Elena Boschi, attuale presidente dei deputati di Italia Viva. Per il Pd resiste la candidatura di Patrizio Bianchi, già assessore all’istruzione per l’Emilia Romagna e presidente del comitato tecnico voluto proprio dalla Azzolina per adottare le misure anti-Covid, Ma non è esclusa la promozione dell’attuale viceministra, la dem Anna Ascani.

Non è affatto tramontata l’ipotesi che l’Istruzione vada però a un tecnico, che sia in linea con la filosofia di Draghi. La Lega, che torna in gioco con il nuovo governo, pare intenzionata ad opzionare un posto da sottosegretario proprio all’Istruzione, Rossano Sasso, deputato leghista, il nome che ricorre più spesso.

Per l’Università, resta nei rumors la candidatura di Antonella Polimeni, rettore della Sapienza, ma lo stesso Gaetano Manfredi, ex presidente della Crui, entrato in quota Pd, potrebbe restare. Si tratterebbe di una delle poche conferme sulla stessa casella rispetto al governo Conte II.

Per entrambi i dicasteri, improbabile è ritenuto il loro accorpamento alla luce dell’ampliamento della maggioranza politica e anche dei tempi tecnici che l’operazione richiederebbe, si tratterà di mettere a punto le riforme necessarie per agguantare i fondi del Recovery plan. Un Piano che è ormai scontato sarà completamente rivisto dalla nascitura maggioranza giallo-verde-rossa.