Invalsi 2021
di Maurizio Tiriticco
Le prove Invalsi ripartono. Che dire? Anche quest’anno, nonostante la situazione precaria in cui si trova l’intero Paese, nonostante un sistema scolastico nazionale che funziona a singhiozzo, nonostante le difficoltà che stanno attraversando insegnanti, dirigenti, studenti e loro famiglie, ebbene… COMUNQUE, puntuali come il primo temporale primaverile, le prove Invalsi si abbatteranno sulle nostre scuole! La norma è soddisfatta! L’articolo 3 della legge 28 marzo 2003, n. 53 – meglio nota come “legge Moratti – recita testualmente: “l’Invalsi, ex Centro Europeo dell’Educazione, è tenuto ad effettuare una periodica valutazione degli apprendimenti del sistema educativo di istruzione e formazione”.
Che tripudio! E non si deve transigere! E così la scuola è salva! Salvaaa??? Niente affatto. Anzi! Oggi soprattutto, con la pandemia che costringe le scuole a “lavorare” a singhiozzo, la scuola è solo in grande sofferenza. Sono anni che vado predicando che il primo compito dell’Invalsi – o meglio dei suoi esperti docimologi – dovrebbe essere unaltro: quello di insegnare agli insegnanti quali sono le tecniche e le metodologie con cui si confezionano prove di verifica cosiddette oggettive, come si somministrano agli studenti e come sono misurate e valutate le risposte date.
E’ la stessa ricerca docimologica che ci insegna come si confeziona una prova oggettiva, come si amministra e come sono trattate le risposte. Si susseguono i seguenti passaggi con cui vengono di seguito calcolati/e: la media, la mediana, la moda, la gamma, il sigma, i punti Z e i punti T. Ma i nostri insegnanti, com’è noto, non vanno mai oltre la media. Per non dire poi le difficoltà che incontrano quando hanno a che fare con i più, i meno, i meno meno, i mezzi! Anche se la norma prescrive che i dieci voti dieci – che sono anche troppi – devono essere assegnati sempre e solo per intero!!! E non solo al termine di trimestri od anni scolastici! Ma loro, da solerti e rigorosi professionisti, non possono fare a meno di spaccare il capello, quando si tratta di valutare. Frequenti e a volte angosciosi sono interrogativi di questo tenore: “Se Antonio ha preso quattro in una interrogazione e poi otto nella successiva e sugli stessi argomenti, che fare? Devo fare la media o l’otto azzera il quattro? Altro che dilemma del prigioniero? Un classico della teoria dei giochi, inventato mezzo secolo fa da Albert Tucker.
Purtroppo, il fatto è che il compito di uno studente, orale, scritto o pratico non è un gioco! E non è un gioco valutarlo! Mai i maghi non svelano mai i trucchi del mestiere altrimenti che maghi sarebbero? La stessa cosa fanno i maghi dell’Invalsi: o meglio non fanno nulla di nulla, perché, se facessero, quella sorta di altare su cui celebrano i loro ritiperderebbe della sua sacralità. Ma, “così va spesso ilmondo”, diceva il Manzoni a proposito dello spavento di Don Abbondio! “Nel secolo decimo settimo”. Ovviamente non dico che gli esperti dell’Invalsi sono dei “bravi”! Anche se, certamente, sono molto bravi in materia di valutazione.