Totoministri, Bianchi e Cipollone in pole position

da Tuttoscuola

Il governo Draghi potrebbe nascere già venerdì sera o sabato mattina e, come sempre, il totoministri si intensifica. Questa volta, però, è più difficile fare previsioni perché il presidente incaricato non ha fatto trapelare alcuna informazione sui criteri di scelta ai quali si atterrà. Il nuovo governo non sarà formato da rappresentanti di partiti accordatisi su una formula politica predefinita (soluzione esclusa dallo stesso Presidente della Repubblica) ma probabilmente non sarà neppure un governo di soli ministri tecnici, perché il sostegno al nuovo esecutivo preannunciato da tutti i partiti, tranne Fratelli d’Italia, non può non trovare qualche riferimento nella composizione del governo.

Quel che è certo è che il nuovo ministro dell’istruzione, politico o tecnico che sia, dovrà essere un ministro di indiscutibile competenza. Nel primo caso la personalità più accreditata è quella di Patrizio Bianchi, già rettore dell’università di Ferrara e assessore all’istruzione e lavoro della Regione Emilia-Romagna, e coordinatore della task force di esperti nominata nello scorso mese di Aprile da Lucia Azzolina con l’incarico di definire un documento programmatico in vista della riapertura delle scuole a settembre. Proprio in questi giorni è uscito il suo ultimo libro, Nello specchio della scuola (il Mulino), nel quale scrive che  “Non possiamo accontentarci di tornare alla situazione precedente, ma diviene ormai indifferibile avviare una vera fase costituente per la scuola, per aprire una nuova stagione in cui la scuola torni a essere, o meglio divenga, il motore di una crescita di un paese che da troppo tempo è bloccato”. Un’idea guida ripresa anche nell’ampia intervista rilasciata a Tuttoscuola  nel numero di gennaio 2021. In questo quadro Bianchi colloca anche la proposta di un forte investimento dell’istruzione terziaria non universitaria (“almeno 150.000 tecnici superiori come traguardo degli ITS“), come ha sostenuto con forza anche in un webinar diffuso ieri da AEEE.

Se la scelta di Draghi cadrà invece su un tecnico il nome che circola è quello di Piero Cipollone, attualmente vicedirettore generale di Bankitalia e presidente dell’Invalsi tra il 2007 e il 2011, scelto a suo tempo dal ministro dell’istruzione Fioroni, ma soprattutto da quello dell’economia Padoa-Schioppa, che lo chiese ‘in prestito’ proprio a Draghi, con l’intento di mettere in luce l’importanza decisiva del rapporto tra economia e istruzione. Nesso che nell’agosto 2011 fu anche oggetto di una precisa richiesta proveniente dalla BCE, allora guidata dal francese Jean-Claude Trichet al quale stava per subentrare Mario Draghi: quella di utilizzare in modo sistematico gli indicatori di performance nelle strutture pubbliche (“public entities”), in particolare in tre settori: istruzione per prima, poi sanità e giustizia. Tre settori che anche oggi sono in sofferenza e che Draghi ha messo tra le priorità del suo futuro governo.

Alla guida del Ministero dell’istruzione, a nostro avviso, serve una personalità con solide competenze tecniche ma anche dotato di esperienza e sensibilità politica, di una ‘visione’ di medio-lungo periodo.