La formula 2021 del neoministro Bianchi non convince molti studenti

da Il Sole 24 Ore

di Maria Piera Ceci

Una sola prova orale, che parta dalla discussione su un elaborato preparato dai ragazzi. A molti studenti non piace la maturità 2021 del neoministro Bianchi, simile a quella dello scorso anno, la cui formula verrà presto confermata dall’ordinanza del ministero dell’Istruzione.

Secondo un sondaggio di Skuola.net su 1.500 maturandi, quasi 1 su 2 avrebbe cancellato del tutto l’esame di Stato. Non tanto per ragioni sanitarie (solo il 7% dei contrari adduce questa motivazione), quanto per l’impossibilità di essere preparati adeguatamente, dopo oltre un anno di didattica a distanza (la pensa così il 47% di chi boccia la Maturità 2021).

Il 27% invece ritiene che non serva una prova finale per valutare quanto fatto negli ultimi cinque anni. E i #NoMat aumentano ogni giorno. Oltre 64mila le firme per la petizione online per cancellare del tutto l’esame, promossa da un gruppo di maturandi sulla piattaforma Change.org.

«Metà dei maturandi circa che abbiamo interpellato la maturità non vorrebbe farla proprio e propone di basarsi sui voti finali» – spiega a “Tutti a scuola”, su Radio 24, Daniele Grassucci di Skuola.net (qui il podcast https://bit.ly/3qIixlF ).

«La maturità anche prima della pandemia era un esame che andava a confermare la media finale, la traduceva semplicemente dai decimi ai centesimi. In effetti il maxiorale peserà fino a 40 punti su 100, con un peso dunque inferiore rispetto agli anni precedenti. I più bravi partiranno già da 60, sono già promossi, l’esame potrebbero proprio non farlo».

Novità di quest’anno invece sull’ammissione: non tutti gli studenti verranno ammessi in automatico come lo scorso anno. La decisione spetta al Consiglio di classe. «Un tema sopravvalutato. Di fatto era già così – spiega Grassucci -. Negli anni passati solo il 4 per cento dei ragazzi non veniva ammesso all’esame e in gran parte si trattava di studenti che si erano ritirati».

Agli studenti non piace neanche l’idea dell’allungamento del calendario scolastico. «Già oggi esiste la norma che consente alle scuole di allungare il calendario laddove si siano perse ore di lezione per cause di forza maggiore, ma non lo fa nessuno. Anche in anni scolastici falcidiati dai ponti o chiusure per maltempo non si è ricorsi a questa possibilità. Va tenuto presente che l’anno scolastico è stato eterogeneo, i risultati della didattica a distanza vanno esaminati da scuola a scuola, da zona a zona, da famiglia a famiglia. Per cui un prolungamento generalizzato, secco, uguale per tutti, può essere troppo per qualcuno o troppo poco per altri. Questi ragazzi devono essere messi in condizioni di recuperare, ma bisogna fare un piano serio: rilevare chi ha davvero bisogno di recuperare e spalmare il piano su un anno o due. Deve essere qualcosa di oggettivo. Per questo c’è la necessità di svolgere prove Invalsi a tappeto che ci forniscano un dato oggettivo sulle competenze chiave e ci permettano di verificare lo storico, cioè di confrontare i dati con gli anni precedenti, così da poter attuare interventi mirati. Mirati e di lungo periodo: non si può pensare di recuperare un anno scolastico con due settimane in più in classe. Triste pensare che l’anno scorso si era detto “tutti promossi” perché il prossimo anno recuperiamo, quando quest’anno siamo ancora ad aumentare il debito formativo, ad accumulare ritardi».