Maturità 2021: 1 studente su 2 approva la ‘formula Bianchi’

da Tuttoscuola

Gli studenti approvano il ‘pacchetto Bianchi’ per la Maturità 2021, il primo atto ufficiale del neo ministro dell’Istruzione. Che, di fatto, nella sua ossatura di base ripropone la formula adottata per l’esame 2020: niente prove scritte ma di nuovo un maxi-orale su tutte le materie, un elaborato sulle materie d’indirizzo (in sostituzione della seconda prova), davanti a una commissione tutta interna, da svolgere in presenza e sempre alla fine di giugno (anche se il calendario scolastico dovesse prolungarsi). Per averne la conferma definitiva manca solo il parere (obbligatorio ma non vincolante) del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Nel frattempo però, come detto, gli studenti si sono già espressi. A raccogliere la loro voce il portale Skuola.net, con un sondaggio che ha coinvolto 1.500 maturandi. Dal quale emerge che più o meno tutti i passaggi dell’ordinanza – anticipata dal MI – risultano graditi ad almeno 1 maturando su 2.

La decisione, ad esempio, di replicare la soluzione d’emergenza individuata lo scorso anno – quando al posto degli scritti si decise di valutare gli studenti attraverso un colloquio più approfondito e più lungo del solito – piace al 50% dei prossimi maturandi. Solo 1 su 10 avrebbe preferito un ritorno all’esame classico (due scritti più l’orale breve). Gli altri dividono le loro preferenze tra formule ibride: un solo scritto e poi orale, doppio scritto ma con tracce proposte dalla commissione, primo scritto nazionale e secondo ‘interno’.

Se il via libera dei maturandi c’è, non si tratta tuttavia di un plebiscito. Persiste, infatti, un’ampia fetta di studenti che ha un atteggiamento scettico addirittura sull’opportunità di farlo svolgere l’esame di Stato. Quasi 1 su 2 lo avrebbe cancellato. Non tanto per ragioni sanitarie (tesi sposata dal 7% dei contrari) quanto per l’impossibilità di essere preparati adeguatamente a un passaggio del genere dopo oltre un anno di didattica a distanza (la pensa così il 47% di chi boccia la Maturità 2021); con il 27% che invece ritiene che non serva una prova finale per valutare quanto fatto negli ultimi cinque anni. Una schiera, quella dei ‘NoMat’ che nel frattempo si ingrossa di giorno in giorno: la petizione online più consistente lanciata su Change.org ha già superato le 60mila firme..

In realtà la volontà dei maturandi di non sostenere l’esame non dovrebbe essere vista solo come un atto di tipica contestazione studentesca – commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net –  anzi forse è lucida lettura di cosa ormai la Maturità sia diventata: un vuoto rito di passaggio invece che una vera e propria prova di valutazione. Spesso il punteggio con cui ci si diploma è una mera conferma della media finale, espressa in centesimi invece che in decimi. Fatta questa premessa, una formula come quella del 2020 lascia agli studenti la possibilità, o la difficoltà, di cimentarsi con un esame che sia lo specchio del loro percorso di studi, per forza di cose estremamente eterogeneo. Per questo il maxi orale, con la commissione interna, appaiono l’unico strumento per adattare l’esame al percorso di ogni classe. La vera novità sarebbe stata abolirla, la Maturità. Ma non è un’opzione di cui dispone il ministro dell’Istruzione, serve una legge approvata dal Parlamento”.

Tornando all’esame, se proprio deve esserci, i ragazzi appoggiano la ferma volontà del MI di farlo svolgere in presenza: il 51% è d’accordo; va però detto che 1 su 3 avrebbe preferito l’esame ‘a distanza’. Tendenziale apprezzamento pure per il timing di partenza dell’esame, confermato subito dopo la metà di giugno, anche se gli altri studenti dovessero andare a scuola per tutto il mese (ipotesi su cui il Ministero sta ragionando in questi giorni): 3 su 4, infatti, non avrebbero preso bene uno spostamento al mese di luglio. Bene anche il punteggio: il 45% concorda sull’attribuire massimo 40 crediti alla prova finale (e non 60 come previsto dalla normativa generale sugli esami di Stato), dando maggior peso al curriculum scolastico; anzi, 1 su 3 avrebbe valorizzato ancora di più quest’ultimo dato. Meno sorrisi invece per il principale cambiamento rispetto al 2020: il ritorno, seppur non così rigoroso, dello sbarramento di fine anno; perché il 52% avrebbe preferito di nuovo il ‘tutti ammessi’.