Rinviato a oggi il Dpcm: il Governo si spacca sulla stretta alla scuola

da Il Sole 24 Ore

Il Governo si spacca sul nervo scoperto della scuola e rinvia a oggi il varo dell’atteso Dpcm che dovrebbe prorogare gran parte delle precedenti misure dal 6 marzo al 6 aprile. Ieri i ministri della cabina di regia riuniti dal premier Draghi si sono divisi proprio sul capitolo delle restrizioni per gli isitituti scolastici: se è ormai scontato, come ha chiesto anche il Cts, che tutte le scuole (dalla materna in su) chiuderanno nelle zone rosse (locali o regionali) lo scontro è sull’ipotesi di bloccare le lezioni in presenza anche nelle «zone arancioni» con più positivi (il Cts ha fissato una asticella di 250 ogni 100mila abitanti a livello locale) e a rischio varianti. Già oggi diverse parti d’Italia stanno sperimentando l’«arancione scuro» con lo stop alle lezioni in presenza a cui ieri si è unita anche la Lombardia che con una ordinanza del governatore Fontana ha chiuso le scuole (esclusi i nidi) in 50 Comuni tra Cremona, Mantova e Como, Pavia e parte dell’hinterland milanese. Con la proroga delle misure anche a Brescia. Anche la sindaca di Ancona ieri ha chiuso tutte le scuole fino al 14 marzo.

Ieri i ministri i ministri Roberto Speranza (Salute) , Dario Franceschini (Beni culturali), Stefano Patuanelli (Politiche agricole), nonché il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, si sarebbero schierati per la linea della massima prudenza sottolineando però anche i paradossi del Dpcm: per la linea rigorista non ha senso allontanare il contagio dalle classi e permettere ai ragazzi magari di assembrarsi nelle vie dello shopping e dei centri commerciali che resterebbero aperti nelle zone arancioni, ma l’ala degli aperturisti batte sul tasto dell’economia.La decisione per ora resta in stand by, e oggi la cabina di regia si aggiornerà per poi un nuovo passaggio con le Regioni prima della firma del Dpcm.

Nel frattempo il governo sta pensando di prorogare i congedi straordinari per aiutare le famiglie con le scuole chiuse. L’idea allo studio è di riproporre congedi straordinari, finora retribuiti al 50%, scaduti a fine 2020. Questi congedi sarebbero appannaggio di mamma o papà a casa con figli under 14 (si potrebbe arrivare anche agli under 16). La durata dovrebbe essere legata alla quarantena o al periodo di lezioni on line. Sul piatto ci sono 50 milioni di euro. La cifra salirebbe nel caso si replicasse anche il bonus baby sitter (si ragiona su un importo, una tantum di 500 euro, da utilizzare sempre tramite il libretto famiglia). Una decisione finale si prenderà probabilmente oggi, quando dovrebbe essere più chiaro il perimetro delle chiusure

Il nuovo Dpcm arriva nel pieno di una recrudescenza della seconda ondata che qualcuno ha ribattezzato come terza ondata. Ieri i nuovi contagi sono scesi a 13.114 dai 17.455 del giorno prima ma solo perché si sono fatti molti meno tamponi, tanto che ieri il tasso di positività è balzato al 7,6% (dal 6,8% di domenica). «La curva dei contagi sta risalendo in modo significativo. La verità – ha spiegato ieri Speranza – è che le prossime settimane non saranno facili». L’allarme è legato alle varianti, come quella inglese, che ormai dilagano e rappresentano quasi metà dei casi come certificare oggi un nuovo report dell’Iss.

Ma cosa prevede il nuovo Dpcm che potrebbe essere firmato oggi da Draghi in vigore anche per Pasqua e Pasquetta? Il nuovo decreto in realtà prevede anche delle limitate riaperture: dal 27 marzo – epidemia permettendo -riapriranno nelle zone gialle nel rispetto di specifici protocolli cinema e teatri mentre sarà possibile andare al museo anche nei week end. Tra gli allegerimenti alla restrizioni anche la possibilità, sempre nelle Regioni in zona gialla, di fare entrare in casa anche i non conviventi, ma con il divieto di fare feste.

Il divieto di spostamento tra le Regioni sarà valido fino al 27 marzo ma lo stop potrebbe essere esteso con un nuovo decreto fino al 6 aprile. Come sempre è consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione così come gli spostamenti motivati da esigenze lavorative, ragioni di salute o situazioni di necessità. È consentito recarsi nelle seconde case in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata. Non si può andare invece andare con amici e parenti o se le abitazioni – a meno di urgenti e necessari motivi – sono in zone rosse o arancione scuro.