I contagi corrono, stretta in Lombardia: chiuse tutte le scuole

da Il Sole 24 Ore

di Barbara Fiammeri e Sara Monaci

roma

È di nuovo corsa contro il tempo. La variante inglese ha preso il sopravvento dando ulteriore benzina ai contagi. Quelli di ieri sono saliti di circa 23mila ma soprattutto continuano a crescere i ricoveri sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva mentre il numero dei decessi resta sempre alto (ieri 339). Una tendenza destinata a crescere nelle prossime settimane. Per metà marzo è previsto si superino i 40mila nuovi positivi al giorno. Inevitabile un’ulteriore stretta che porterà molto probabilmente a una Pasqua tutta in rosso o quasi, con misure simili a quelle applicate a Natale. Se ne parla già ma si attende che maturino le condizioni per ufficializzarlo.

Già oggi la Cabina di regia decreterà il passaggio di colore in zona rossa per Emilia Romagna e Campania, mentre la Lombardia tenta di rinviare l’appuntamento tingendosi da sola di arancione scuro e imponendo la chiusura immediata di tutte le scuole (nidi esclusi). Lo stesso ha deciso il presidente della Calabria Spirlì che assieme a Puglia, Friuli Venezia Giulia e Veneto diventerà arancione dal momento che il loro Rt ha superato 1 così come quello rilevato a livello nazionale. Il Lazio, fermatosi a 0,98, dovrebbe invece rimanere in zona gialla assieme a Liguria, Sicilia e Valle d’Aosta. Ma non è detto. Anche perché i dati del monitoraggio settimanale si riferiscono alla settimana precedente e 7 giorni sono tantissimi con la variante inglese. Lo conferma l’ascesa del tasso di positività, ieri cresciuto di un altro punto, attestandosi al 6,73%. E il timore degli esperti, a partire dai medici rianimatori, è che vista la velocità con cui crescono i contagi ben presto le terapie intensive entreranno in sofferenza. Di fatto l’Italia ormai è pressocché tutta rosso-arancio. I contagi galoppano. Soprattutto in Lombardia dove ieri l’incremento è stato di 5000 positivi di cui più di mille solo nel bresciano.

Di qui la decisione del presidente Attilio Fontana che con un’ordinanza ha modificato da un giorno all’altro il colore imponendo la chiusura delle scuole (tranne i nidi) e tingendo così la Regione Lombardia di arancione scuro. L’ordinanza è stata firmata ieri a mezzogiorno ed è entrata in vigore già dalla mezzanotte. Non sono mancate le proteste e le critiche, persino da esponenti politici che dovrebbero rappresentare la stessa area politica del centrodestra. È stato Maurizio Lupi a parlare di scarso rispetto per le famiglie. Tant’è. I dati che evidentemente sono arrivati ai vertici di Palazzo Lombardia sono risultati allarmanti, e soprattutto è stato visto nella scuola il luogo di maggiore diffusione della variante inglese. Per questo, dicono fonti vicine a Fontana, chiudono le scuole ma non i negozi. Si legge nel documento che «la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani».

L’arancione rafforzato in Lombardia durerà da oggi fino a domenica 14 marzo. Nel dettaglio: chiudono tutte le scuole a eccezione degli asili nido; non sarà possibile fare visita a parenti e amici, non sarà possibile raggiungere le seconde case, viene consentita l’attività sportiva di base solo a livello individuale. Per il resto, rimangono in vigore le regole più ampie della zona arancione e del Dpcm del 2 marzo. Lo smart working viene «raccomandato», ma è ancora da capire se ci saranno compensazioni per le famiglie.

Ma la stretta voluta da Fontana potrebbe non essere sufficiente a evitare la zona rossa. Che significherebbe la chiusura anche degli esercizi commerciali e il divieto di uscire, se non per comprovate ragioni di necessità e urgenza.