L’insegnante laboratoriale e la community di classe

DDI: L’insegnante laboratoriale e la community di classe

di Virginia Dall’Ó

Il recente studio OECD sulle pratiche didattiche nel mondo[i] (prima della pandemia) ha messo in luce nei segmenti di lezione osservati la prevalenza dell’ “insegnamento frontale” (88%) mentre il report integrativo INDIRE sulla cosiddetta DaD “forzata o di emergenza” (durante la pandemia) evidenzia che “la maggior parte dei docenti ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza, con lezioni frontali (in videoconferenza) che si affermano maggiormente negli ordini superiori, con l’utilizzo, per la secondaria secondo grado, del testo in adozione  e l’espansione on line del testo in adozione” a fronte di una minoranza di docenti definiti dalla ricerca laboratoriali”, per i quali, sempre secondo il report “lo stesso setting didattico è diventato forma e contenuto dell’apprendimento”,

“ Medium is the message” ?

 Non c’è dubbio che nella didattica a distanza il docente deve fare i conti con il cambiamento di format e di setting ma, se si vuol essere in linea con le indicazioni europee (DigiComEdu,2017), all’insegnante “laboratoriale” è richiesta una metodologia attiva, mirata a coinvolgere l’allievo nella collaborazione con i pari mentre opera per la soluzione di problemi in un ambiente cognitivo esteso e reticolare.

Occorre quindi di rimodulare il processo d’insegnamento-apprendimento per dar vita, in un ambiente tecnologico multimediale e interattivo ad un percorso ciclico che, prendendo le mosse dai  problemi topici della disciplina, conduca gli allievi alla loro analisi per ricercare, elaborare, rappresentare e comunicare le possibili soluzioni, che il docente sistematizzerà nel dominio disciplinare.

E’ l’esplorazione dei problemi disciplinari che attiva e mantiene in vita l’interazione tra pari, a livello individuale e di gruppo, nel reale e nel virtuale.

La progettazione didattica, anche digitale (DDI), va mirata alla formazione integrata ovvero a delineare un percorso in grado di immergere gli allievi -in piccoli gruppi- nella progressiva esplorazione del campo disciplinare in modo da far loro acquisire il punto di vista e la condotta risolutiva propri della disciplina.

Ogni docente sa bene di ospitare in classe una comunità che apprende (un sistema vivente di cui tutti sono sempre e contemporaneamente co-autori) e sa bene che lo sviluppo dell’apprendimento si realizza seguendo un ordine di stadi nel quale capacità e conoscenze più avanzate tendono a costruire competenze sulla base di altre già acquisite in passato e sulla base di un approccio socio-costruttivista.

Ma uno spazio formativo laboratoriale in ambienti cognitivi estesi e tecnologici  deve rendere possibile sperimentare virtualmente le regole e i meccanismi delle comunità reali. Ciò richiede preliminarmente di:

  • Delineare la “microstruttura didattica” della classe suddividendola in piccoli gruppi di lavoro e presentare alla classe la specificità della proposta formativa, per condividerne finalità, obiettivi, metodi e risultati attesi.
    • Progettare l’articolazione degli “studi di caso/situazioni problematiche” in relazione agli obiettivi (formativi e specifici) da perseguire, definire le competenze da mobilitare e formulare  il “compito” connesso al “caso” da assegnare di volta in volta ai gruppi.
    • Predisporre sulla piattaforma Web dedicata (Google Suite e Microsoft Teams for Education, Moodle,..) diversi spazi di lavoro, via via implementati e strutturati per consentire alla community sia di diversificare la tipologia di cooperazione tra i pari sia di differenziare le strategie di collaborazione dell’intero percorso, quali:

  • Area di comunicazione generale con disponibilità di un Forum e Chat riguardanti gli eventi che caratterizzano e coinvolgono la comunità di apprendimento;
    • Area di informazione, che contiene le informazioni relative alla vita della community e al suo percorso formativo (calendario ragionato degli incontri/ bacheca degli avvisi, netiquette); risorse utili (weblinks; bibliografie; archivi suddivisi in base ai focus problematici), proposte di lavoro;
    • Area di produzione e costruzione dei materiali, a due livelli:
    • personale  con
      • repository degli elaborati personali e
      • il portfolio personale
    • di gruppo, comprensiva di
  • un forum e una chat interni a ciascun gruppo
  • un repository  dei lavori condivisi
  • un portfolio di gruppo
    • Area di approfondimento, con risorse informative documentali e sitografiche dedicate e con un relativo Forum tematico, gestito dal docente.

Va privilegiato quindi un approccio olistico e dinamico ai saperi in modo che l’apprendimento non formale e informale possano entrare nel reticolo formativo e intrecciarsi alle modalità di  apprendimento più canoniche e poter così a generare una spirale formativa autoconsistente nella quale ogni allievo ha modo di affinare la  propria identità personale e sociale mentre l’insegnamento  disciplinare si trasforma da trasmissivo  in “connettivo”.

[i] OECD Education and Skills today, January22,2021, by Anna Pons and L.Houldsworth.