Sprint sull’edilizia scolastica in vista dei 7 miliardi del Pnrr

da Il Sole 24 Ore

di E. Br. e C. Tu.

Dalla Buona Scuola a oggi non c’è ministro (o ministra) dell’Istruzione che non abbia annunciato, da un lato, di aver sbloccato X miliardi sull’edilizia scolastica e, dall’altro, di essere pronto/a ad accelerare i cantieri. Peccato che molto spesso si trattava di risorse stanziate dai predecessori e che l’auspicata svolta sui lavori non è mai arrivata, come ci ha raccontato Legambiente appena qualche giorno fa, sottolineando che nel periodo 2014-20 è stato realizzato meno del 50% dei progetti finanziati.

A questa prassi abituale di viale Trastevere si unisce ora Patrizio Bianchi che mercoledì ha reso noto di aver firmato un decreto da 1,1 miliardi di euro per migliorare le scuole superiori di province e città metropolitane (ed eventualmente per costruirne di nuove). Risorse che si aggiungono agli 855 milioni erogati con un altro Dm più o meno in contemporanea per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico degli stabili appartenenti agli stessi enti locali (su cui si veda la tabella allegata con i primi 20 beneficiari per importo di entrambi i bandi, ndr).

A parte la premessa che si tratta di finanziamenti risalenti al governo precedente e alla gestione di Lucia Azzolina il doppio appuntamento appena citato può effettivamente rappresentare uno snodo cruciale per il nostro patrimonio scolastico. In primis perché riguarda da vicino la platea di studenti – quelli delle superiori – che ha passato più tempo di tutti in Dad e che rischia di scontare anche l’anno prossimo i ritardi infrastrutturali accumulati. Ad esempio nei licei delle grandi città, che hanno registrato un overbooking in sede di iscrizione e che – per problemi di spazio – stanno respingendo al mittente le richieste di centinaia di famiglie. Senza un intervento per ridurre il numero massimo di alunni per classe (in prima superiore oggi è 27-30) e dando per scontato che anche a settembre dovremo convivere con le regole di distanziamento anti-Covid un aiuto decisivo per il ritorno alla normalità può arrivare proprio da uno sprint dei cantieri nelle scuole. Ad esempio di quelli già partiti. E poi di quelli che saranno aperti in virtù dei decreti ministeriali citati poc’anzi. Nel caso del Dm da 855 milioni (di cui 835,7 già ripartiti) i lavori andranno affidati entro 11 mesi se esiste un progetto esecutivo, 14 se ce n’è uno definitivo e 17 se si è ancora allo studio di fattibilità (con termini più ampi se l’importo supera gli 8 milioni). Per il provvedimento da 1,1 miliard invece si sta provvedendo ad aprire la piattaforma che consentirà alle province e alle città metropolitane di inserire via via le richieste così da vederle esaminate mentre il provvedimento ottiene i pareri di rito.

All’Istruzione credono all’accelerazione, come dimostrano le dichiarazioni a caldo del ministro Bianchi. Potendo contare, tra l’altro, sulla proroga fino al 31 dicembre 2021 dei poteri commissariali per sindaci e presidenti di provincia. E anche dal presidente dell’Unione delle province (Upi), Michele de Pascale, giunge ottimismo: «il ministro Bianchi con questi fondi ci ha dato la prima occasione veramente concreta per far fare un passo in avanti alle scuole superiori italiane. Noi ci crediamo al punto da avere sottoscritto un protocollo con Cassa Depositi e prestiti per aiutare le Province dalla progettazione alla messa a terra degli investimenti. Ma serve un lavoro di squadra di tutto il Governo perché accanto alle risorse arrivi la semplificazione delle procedure e la possibilità di assumere personale specializzato, tecnici, ingegneri. Il Pnrr può essere lo strumento per dare gambe a questa svolta». Piano nazionale di ripresa e resilienza che, in base alle schede inviate in Parlamento la settimana scorsa, porterà in dote 7 miliardi (e non più 6,8) tra riqualificazione dei vecchi edifici e costruzioni di nuovi. Un treno che non possiamo perdere.