Viaggi d’istruzione al tempo del Sars Cov2

Viaggi d’istruzione, gite e visite guidate al tempo del Sars Cov2 e delle sue minacciose varianti

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Primavera, tempo di viaggi d’istruzione o meglio delle bellissime gite che, ogni anno, tutti gli studenti attendevano per poter non solo conoscere luoghi nuovi ed accrescere il proprio patrimonio culturale, ma anche e soprattutto per passare momenti indimenticabile con i propri compagni di classe.

Dalla gita fuori porta, nei prati fioriti di una natura al massimo del suo splendore, ai bellissimi viaggi all’estero, Londra, Parigi, Praga, Amsterdam e, per i più fortunati, anche New York.

Senza andare lontano, però, per molti studenti le città d’arte italiane, con i loro musei e capolavori della scultura, pittura e architettura erano mete possibili, sicuramente accessibili per molte famiglie ma che comunque garantivano un divertimento assicurato.

Era anche il momento, per alcuni, delle prime uscite senza i genitori, per vivere la propria identità e libertà, ma anche il momento in cui i professori e i maestri cambiavano pelle e si costruiva quell’alleanza, quella complicità che poi rimaneva nei ricordi di tutta una vita.

Il Covid non solo ci ha tolto la bellezza del sorriso, ormai celato dietro un’anonima mascherina, ma ha di fatto eliminato le gite, le visite ai musei, il bello di vivere esperienze uniche con i propri compagni, costringendoci, soprattutto per questa Pasqua, a stare a casa.

Allora perché non riviverli un po’ attraverso il digitale? Certo non sarà la stessa cosa, ma comunque in parte si può riuscire a godere delle bellezze di opere d’arte uniche ed immaginare, sognare e perché no sperare che prima o poi il pullman o il treno tornerà e gli stessi luoghi si potranno rivivere nel reale.

Se da un lato è impossibile l’organizzazione delle visite guidate in presenza, dall’altro è possibile, seppure in maniera virtuale, vivere gli stessi luoghi, favorendo un lavoro interdisciplinare in grado di coinvolgere gli alunni e perché no anche le famiglie e gli insegnanti. 

A tale scopo ogni Istituzione Scolastica può promuovere di ‘aprire’ le porte di luoghi bellissimi con tour ‘virtuali’ che porteranno gli alunni a visitare e conoscere testimonianze culturali, musei e monumenti, utilizzando le tecnologie digitali, dal PC allo smartphone e per i più fortunati i visori per la realtà virtuale. 

Ed è proprio sotto questo ultimo punto che si sviluppa la tecnologia di Google Cardboard, un visore che gli studenti possono auto costruire partendo da materiali riciclati come il cartone e modellarlo scaricando gli schemi dal portale dedicato, o possono semplicemente assemblare il kit disponibile a modico prezzo su molti store online e anche su MEPA.

Con Google Cardboard le esperienze immersive sono alla portata di tutti, in un modo semplice ed economico, con un investimento da parte degli alunni di circa una decina di euro. Costruire il proprio visore o comprane uno certificato “Works with Google Cardboard” e la porta alla realtà virtuale immersiva  diventa subito accessibile con un semplice smartphone.

Un’esperienza significativa in una didattica laboratoriale per competenze finalizzata non solo alla realizzazione di un prodotto finale semplice ma ad alta componente tecnologica, ma anche alla promozione del BYOD ovvero Bring your own device (BYOD) – bring your own technology (BYOT), bring your own phone (BYOP), e bring your own PC (BYOPC), letteralmente in italiano: porta il tuo dispositivo, porta la tua tecnologia, porta il tuo telefono e porta il tuo pc – principio che approda dal mondo aziendale ai banchi di scuola e che permette di portare i propri dispositivi personali nel posto di studio e di lavoro, e usarli per avere gli accessi privilegiati alle informazioni aziendali e alle applicazioni utilizzate nel contesto scolastico, in ambienti di apprendimento ad alta componente tecnologica.

All’entusiasmo per l’uso delle nuove tecnologie, bisogna però associare una buona dose di buon senso  in quanto il BYOD và abbinato all’adozione di apposito regolamento deliberato dal Consiglio d’Istituto al fine di prevenire fenomeni di Cyberbullismo dovuti ad un uso improprio dei dispositivi.

Materia dopotutto recentemente richiamata dalla nota del Ministero dell’Istruzione n. 482 del 18.02.2021, relativa alle Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto del Bullismo e Cyberbullismo – aggiornamento 2021 – per le istituzioni scolastiche di ogni grado che aggiornano le precedenti del 2017.

Altro discorso a parte merita la realtà aumentata, di cui la Apple fa il suo cavallo di battaglia tramite il suo programma Apple School Work, la versatilità dei tablet e soprattutto degli IPAD, consente un’elevata interazione tra il dispositivo e il mondo reale, in questo modo è possibile, attraverso dei kit aggiuntivi, addirittura includere lo spazio che circonda il dispositivo nell’interazione con lo stesso, basti pensare agli Osmokit e alla grande potenzialità e versatilità nella didattica che può essere utilizzata fin dalla scuola dell’infanzia.

La realtà aumentata quindi aggiunge e amplifica le informazioni che il dispositivo legge dall’ambiente circostante, consentendo di navigare in spazi virtuali con semplici movimenti delle mani o degli occhi, e a sua volta aggiungere a ciò che vede la videocamera del dispositivo tantissime informazioni digitali.

Realtà virtuale, realtà immersiva, realtà aumentata che in un mondo afflitto dalla pandemia diventano allora l’oasi o forse meglio il miraggio dove guardare per trovare le più disparate soluzioni ai limiti di una vita sociale e scolastica fortemente compromessa dalle rigide regole preventive necessarie per contenere il diffondersi della pandemia.

E le gite, eh si, forse questo al di là del compagno di banco che non c’è più, della DDI imposta che fa rimpiangere le lezioni in presenza, dei dispositivi che tolgono sempre più spazio alle relazioni, sono senza dubbio quella componente che agli studenti mancano di più.

La tecnologia surroga i viaggi d’istruzione con i tour virtuali, pochi clic e si possono visitare i più bei musei del mondo, godere di opere d’arte esposte a km di distanza, visitare le opere architettoniche più belle dal Pantheon, al Colosseo, alle architetture di Borromini, fino agli edifici di Zaha Hadid e di Renzo Piano.

Bellissimi viaggi virtuali dunque di cui in sintesi ne segnaliamo alcuni raggiungibili ai seguenti link, dove potersi lanciare alla scoperta ed esplorazione del mondo e delle sue bellezze.

1. https://www.beniculturali.it/visite-virtuali

2. https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/musei/tour-virtuali-elenco.html

3. https://www.uffizi.it/mostre-virtuali

4. https://www.louvre.fr/en/online-tours#virtual-tours

5. https://www.metmuseum.org/art/online-features/met-360-project

6. https://siviaggia.it/posti-incredibili/video/spettacolo-grande-muraglia-cinese-vista-dal-drone/189232/

7. https://www.google.com/maps/@44.5296989,10.8614508,2a,75y,112.08h,91.39t/data=!3m6!1e1!3m4!1s2hVb3-aosLHQMwUS3BAPtg!2e0!7i13312!8i6656

8. https://360stories.com/amsterdam/story/van-gogh-museum

9. https://www.maxxi.art/google-art-project/

10. https://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultura/musei-scientifici-tour-virtuali/

Per i più avventurosi, segnaliamo inoltre  il portale  “GOOGLE ARTS&CULTURE”, raggiungibile al seguente link: https://artsandculture.google.com/ che offre la possibilità di poter apprezzare opere d’arte, e non solo,  provenienti da oltre 2000 famosi musei ed archivi di 80 Paesi del Mondo. 

I tour virtuali non sono dei semplici filmati dei luoghi da visitare o delle opere esposte e nemmeno del semplice materiale fotografico, ma delle riprese realizzate con videocamere a 360°, che peraltro ormai sono accessibili in quanto i costi sono scesi moltissimo.

Con una telecamera a 360° un dirigente scolastico, o il suo staff, può realizzare tour virtuali degli ambienti del proprio istituto da utilizzare magari negli open day virtuali, o addirittura in rete con altri istituti realizzare gemellaggi virtuali per far conoscere il proprio contesto territoriale e ambientale di riferimento.

Il tour consente, attraverso il mouse, di muoversi a 360° all’interno di ambienti virtuali fedeli al reale, consentendo di simulare anche la visione del particolare attraverso le funzioni di zoom.

Se utilizzato con un visore per la realtà immersiva, è sufficiente muovere la testa o gli occhi per esplorare i contenuti e rivivere pienamente i luoghi simulati che, se associati alla realtà aumentata, possono arricchirsi anche di tantissime informazioni, trasmesse non solo con il canale visivo, ma anche uditivo e quindi avere oltre al tour anche la guida virtuale.

Per quanto la tecnologia tenda sempre di più ad integrarsi con il corpo umano, la tolleranza del visore ha dei limiti di tempo, in quanto può causare disorientamento e altri malesseri.

Vissuto dagli schermi dei dispositivi perde la componente immersiva, ma comunque consente lo stesso di vivere e arricchirsi delle bellezze non solo naturali, ma anche di quelle che l’uomo nel tempo ha realizzato.

Tecnologia, quindi, che si sviluppa in modo esponenziale, surrogato del reale, attualmente caratterizzato dalle sue strade deserte, dalle sue piazze vuote, da visi coperti da mascherine e occhi che guardano, sognano, sorridono e sperano di poter ritrovare quanto prima la libertà di vivere il mondo che ci circonda, di poter di nuovo sorridere e perché no anche di innamorarsi, in questa ritrovata primavera.