A scuola senza tamponi. Ritorno ad alto rischio

da Il Messaggero

 Domattina torneranno in classe 5,3 milioni di studenti, vale a dire 6 su 10 dall’asilo alle scuole superiori. Tutti in aula, o quasi, ma con le vecchie abitudini e quindi con i soliti rischi. Nessuna nuova indicazione è stata fornita per alzare la soglia di sicurezza all’interno delle scuole così come fuori dagli istituti, dove i trasporti e gli assembramenti devono essere invece controllati.
Il ministero dell’Istruzione ha chiesto al ministero della Salute di uniformare le procedure all’interno degli istituti, per fermare il fai da te. Resta alto il rischio che i motivi, per cui tutto è stato chiuso, possano ripresentarsi a breve. E’ già accaduto infatti una prima volta a novembre, dopo pochissime settimane di rientro in presenza, e poi di nuovo a febbraio quando, nonostante il ritorno sia stato scaglionato di settimana in settimana nelle varie regioni, sono arrivate puntuali anche le conseguenze fino alla chiusura praticamente totale a metà marzo. L’idea di far rientrare tutti in classe con il tampone negativo, da ripetere poi di settimana in settimana tra la popolazione studentesca, per il momento è ferma. Non ci sono state neanche modifiche per quel che riguarda la situazione interna agli istituti: le mascherine sono obbligatorie, si tratta di quelle chirurgiche, e il distanziamento resta di un metro al banco singolo. Del resto per gli istituti sarebbe stato impossibile trovare nuovi spazi, per ampliare il distanziamento, visto che più di così a settembre scorso non si è riusciti a fare. Quindi, in sostanza, tutto resta così com’era.

NODO TRASPORTI

Non solo, fuori dagli istituti resta sempre il nodo dei trasporti: da domani tornano infatti a muoversi anche i ragazzi delle scuole superiori nelle zone arancioni, con una percentuale ridotta, e riprenderanno a spostarsi con autobus e metropolitane. Nota dolente nelle grandi città come Roma dove le fermate dei bus i trasformano in luoghi di assembramento. In base all’ultimo Dpcm infatti nelle zone rosse si resta in presenza al 100% dall’asilo fino alla prima media, dalla seconda media al quinto anno delle superiori si resta a casa con la dad al 100%. Nelle zone arancioni invece riaprono tutte le scuole, dagli asili alle superiori, ma quest’ultime avranno anche la didattica online perché devono garantire la presenza solo ad una parte degli studenti: dal 50 al 75%. Una misura ridotta che risponde non solo alla necessità di nuovi spazi ma anche a quelle del sovraffollamento del trasporto pubblico. Gli ingressi scaglionati restano due: uno alle 8 e uno alle 10.
«Non abbiamo avuto alcuna informazione sul tracciamento per gli studenti – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – non c’è un’iniziativa in tale senso e temo che il problema sia nella difficoltà dell’organizzazione logistica per fare i tamponi. Anche per quel che riguarda i mezzi di trasporto pubblico non è cambiato molto. C’è la paura di ritrovarci a dover chiudere tutto di nuovo, un nuovo stop che andrebbe a bloccare tutto di nuovo. Per questo siamo pronti a recepire eventuali nuove regole qualora il Cts decidesse di darne». I risultati si vedranno tra poche settimane. Intanto il ministero dell’istruzione ha chiesto al ministero della Salute di avviare procedure standard, uguali per tutti, qualora si verifichi un caso di positività all’interno di una classe avviando i controlli a tappeto con i tamponi. Proprio evitare i disagi nelle scuole. «L’unica novità positiva che abbiamo rispetto alle scorse settimane – continua Giannelli – è il piano vaccinale per il personale scolastico: sta procedendo e ha raggiunto una buona percentuale. Ma i vaccini della popolazione generale, quindi delle famiglie dei nostri studenti, sono ancora troppo indietro. I contagi continueranno ad esserci, anche a causa delle varianti, quindi capisco la titubanza delle Regioni». I malumori infatti ci sono: le Regioni che tornano in classe con il maggior numero di alunni sono il Lazio, la Lombardia e la Campania. La Regione Puglia ha deciso, come in passato, di permettere alle famiglie di scegliere tra le lezioni online e quelle in presenza. Saranno gli studenti a chiedere l’attivazione della didattica a distanza anche lì dove in teoria non è prevista.
Lorena Loiacono